Tripoli, 18 maggio 2011 - Circola in queste ore in Libia la notizia della fuga della moglie del colonnello libico Muammar Gheddafi, Safiya Farkash, e della figlia Aysha in Tunisia.

Secondo fonti citate dall’emittente qatariota al-Jazeera, le due donne piu’ importanti del regime si troverebbero gia’ in un noto albergo dell’isola di Jerba, dove domenica notte sarebbe arrivato anche il figlio maggiore di Gheddafi ed altri esponenti del suo regime che hanno deciso di abbandonarlo.

IL FIGLIO DEL RAI'S IN TUNISIA A CURARSI -  Mohammad Muammar Gheddafi, figlio minore del Raìs, si trova in Tunisia, sull’isola di Djerba, da domenica scorsa. Lo afferma il quotidiano panarabo Al-Quds Al-Arabi, specificando che l’uomo ‚ alloggiato in un hotel di lusso, dove verrebbe sottoposto a cure mediche non specificate.

LIBERI I GIORNALISTI ARRESTATI IN LIBIA - I quattro giornalisti stranieri arrestati nell’est della Libia il 4 aprile scorso - i reporter americani James Forley dell’agenzia stampa GlobalPost e Clare Morgana Gillis, freelance, e i due fotografi, lo spagnolo Manu Brabo e il sudafricano Anton Hammer - sono stati liberati oggi e sono arrivati all’hotel Rixos di Tripoli.

Il portavoce del governo libico, Moussa Ibrahim, aveva detto che i quatto reporter erano comparsi davanti a un giudice di un tribunale amministrativo che li ha condannati a un anno di carcere con la condizionale per “essere entrati illegalmente nel paese”. Poi la decisione di rilasciarli.

CANADA, ESPULSI 5 DIPLOMATICI LIBICI - Il Canada ha deciso di espellere cinque diplomatici libici in carica nell’ambasciata di Libia a Ottawa, rimproverando loro “attività illecite”. I cinque diplomatici sono stati dichiarati “persona non grata” per aver svolto “attività contrarie all’esercizio delle loro normali funzioni diplomatiche”, si legge in una nota del ministero degli Esteri, che non precisa di qali attività si trattasse.

Il Canada partecipa alle operazioni Nato in Libia con aerei da guerra e una fregata. Ottawa non ha interrotto le relazioni diplomatiche con Tripoli anche se le attività della sua ambasciata in Libia sono sospese.

MOSCA: GHEDDAFI INTERROMPA GLI ATTACCHI AI CIVILI - La Russia chiede alle autorità libiche di fermare immediatamente gli attacchi contro i civili. L’appello arriva oggi tramite un comunicato diffuso dal ministero russo degli Esteri, all’indomani della visita a Mosca degli inviati di Muammar Gheddafi. Il ministro degli Esteri “Sergei Lavrov ha sottolineato l’importanza che Tripoli annunci ufficialmente la sua disponibilità a fermare gli attacchi contro la popolazione civile e a rispettare pienamente le risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di sicurezza Onu”, si legge nel testo rilanciato dalle agenzie russe.


Ieri, al termine dei colloqui con gli emissari del raìs libico, il capo della diplomazia del Cremlino aveva annunciato che “a Tripoli sono disposti a prendere in considerazione approcci che si basano sulla ‘road map’ dell’Unione africana, sono pronti a soddisfare i requisiti della risoluzione 1973” a patto che si fermino i raid Nato. Nel tentativo di assumere un ruolo di mediatore nella crisi nordafricana, Mosca - da subito molto critica sull’intervento Nato - ha già auspicato di incontrare presto anche i ribelli libici.

NESSUNA NAVE NATO COLPITA E AFFONDATA - E’ “un’affermazione provocatoria” la notizia diffusa dalla televisione libica secondo cui una nave Nato sarebbe stata colpita dalle forze governative nel porto di Misurata. Lo ha confermato un funzionario della Nato, secondo cui “non c’era nessuna nave dell’Alleanza abbastanza vicina alla costa da poter essere colpita dalle forze pro-Gheddafi’’.