Roma, 29 maggio 2011 - Sono diversi i casi sospetti di contagio da batterio E.Coli in Europa, dopo l'allarme giunto dalla Germania, dove secondo alcune informazioni non ancora confermate ufficialmente le vittime sarebbero salite a dieci. Il domenicale svizzero 'Der Sonntag' cita oggi due nuovi casi nella Confederazione elvetica, mentre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc) ha riferito di altri 25 casi sospetti in Svezia, sette in Danimarca, tre in Gran Bretagna, due in Austria e uno in Olanda. Intanto, cetrioli spagnoli 'incriminati' sarebbero stati importati anche dalla Repubblica ceca, ha reso noto la locale autorità per l'agricoltura e l'alimentazione. "I tedeschi hanno fatto sapere che i cetrioli sono stati distribuiti anche in Ungheria, Austria e Lussemburgo", ha detto il portavoce dell'autorità sanitaria ceca, Michal Spacil. Il batterio Ehec provoca diarree o diarree emorragiche, fino a produrre una sindrome emolitica e uremica, potenzialmente letale.

Intanto le autorità tedesche hanno avvertito oggi che la causa della contaminazione della verdura con il batterio E. Coli all'origine di almeno dieci decessi in Germania non è stata ancora identificata. "Fino a quando gli esperti in Germania e in Spagna non saranno capaci di identificare con certezza l'origine dell'agente patogeno, l'allarme generale resterà in vigore", ha dichiarato il ministro tedesco per l'Alimentazione, l'Agricoltura e la tutela dei consumatori, Ilse Aiger, in un'intervista al quotidiano domenicale Bild am Sonntag. "Le autorità competenti stanno facendo tutto quanto è in loro potere per chiarire questa vicenda, sul piano nazionale e internazionale", ha aggiunto.

FAZIO: "NESSUN CASO IN ITALIA" -  Non e’ stato finora riscontrato in Italia nessun caso di infezione da E.coli Lo assicura il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. “Siamo in contatto con la Commissione europea - spiega Fazio - attraverso il Sistema di Allerta rapido. L’ipotesi piu’ accreditata e’ che la causa sia da ascriversi al consumo di cetrioli provenienti dalla Spagna in cui sarebbe stato riscontrato l’E.coli O 104: H4.

"I casi segnalati in altri Paesi comunitari riguardano viaggiatori che si erano recati in Germania nelle ultime settimane”. Per quanto riguarda il nostro Paese, sottolinea il ministro, “ho interessato l’Istituto superiore di sanita’ che riceve dal S.S.N. tutte le segnalazioni di Sindrome Emorragica Uremica (SEU) ed il NAS per individuare eventuali arrivi dalla Spagna di cetrioli contaminati, anche se al momento attuale nel nostro Paese non sono stati segnalati casi dovuti a questo sierotipo”.

Il ministero rende noto, inoltre, che poche norme d’igiene, quali ad esempio lavare molto bene le verdure, gli utensili utilizzati in cucina, lavarsi bene le mani ed evitare il contatto di prodotti gia’ lavati con quelli da lavare, sono in grado di evitare episodi di tossinfezione alimentare da E.coli.
 

LA COLDIRETTI - Anche se bisogna evitare allarmismi, in un paese come l'Italia che e' leader in Europa nella produzione di frutta e verdura dal punto di vista qualitativo e quantitativo, il consiglio e' quello di preferire prodotti Made in Italy che in questa stagione sono peraltro disponibili con grande varieta' nel nostro Paese. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'epidemia del batterio E.coli che sembra provocata da cetrioli provenienti dalla Spagna ed Olanda, e che ha colpito molti Paesi europei. Meglio ancora - sottolinea la Coldiretti - e' acquistare prodotti a chilometri zero, direttamente dai produttori agricoli o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, che non devono percorrere lunghe distanze e subire intermediazioni che potrebbero essere responsabili delle contaminazioni che si sono verificate.

Grazie alla battaglia della Coldiretti per la trasparenza dell'informazione e' comunque possibile riconoscere su tutti i banchi di mercati, negozi e supermercati la provenienza della frutta e verdura in vendita poiche' e' in vigore l'obbligo di riportare le informazioni relative all'origine, alla categoria, alla varieta', nonche' al prezzo della frutta e verdura messe in vendita sia nel caso di prodotti confezionati che in quelli venduti sfusi, per i quali possono essere utilizzati appositi cartelli o lavagnette.

L'Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010 con l'ortofrutta fresca - precisa la Coldiretti - rappresenta una delle principali voci per un valore di 591 milioni di euro e in questo momento il nostro Paese e' invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica.

Il panico indiscriminato che si e' diffuso in Germania a causa dell'epidemia del batterio E.coli provocata dal consumo di cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna e Olanda rischia di danneggiare ingiustamente anche le esportazioni italiane di verdure e legumi che - conclude la Coldiretti - nel paese hanno raggiunto il valore di 460 milioni di euro nel 2010, in aumento del 28 per cento su base annua. "La Germania e' il primo mercato di sbocco delle esportazioni italiane di verdure e legumi freschi per un valore di 460 milioni nel 2010 messo a rischio ingiustamente dal panico indiscriminato che si e' diffuso tra i cittadini tedeschi, che per il 58 per cento secondo un sondaggio non consumano piu' alcun tipo di verdure fresche". "L'emergenza - sottolinea la Coldiretti - si e' rapidamente diffusa in tutta Europa dove si sta diffondendo una psicosi nei consumi dell'ortofrutta che nel 2010 e' diventata il prodotto agroalimentare piu' esportato dall'Italia all'estero per un valore complessivo di 4,1 miliardi di euro, superiore a quello del vino. Occorre - conclude la Coldiretti - una adeguata campagna di informazione sull'obbligatorita' di indicare in etichetta la provenienza della frutta e verdura in vendita e sulla sicurezza del Made in Italy".