Berlino, 6 giugno 2011 - Scagionata la soia, riparte da zero in Germania la ricerca del focolaio di infezione del batterio killer Ehec. Hanno dato infatti esito negativo gli esami preliminari su 23 dei 40 campioni di germogli di soia e di altri ortaggi distribuiti da un vivaio di Bienenbuettel, in Bassa Sassonia.

Dubbi erano già stati sollevati dal frenologo della clinica universitaria di Hannover, Jan Kielstein, che aveva spiegato come di due pazienti ricoverate nessuna ricordasse di aver “mangiato germogli”. Analogo esito negativo ha dato l’esame di campioni delle feci dei dipendenti di un ristorante di Lubecca in cui erano rimaste contagiate 17 sindacaliste di un gruppo di 30 arrivate a metà maggio nella città anseatica dal Nordreno-Westfalia. Il proprietario del ristorante, Joachim Berger, ha dichiarato che sono risultate “negative” le analisi dei campioni di 11 dipendenti che lavorano in cucina e che sono a contatto diretto con gli alimenti preparati.

Il ministro della Sanità della città-Stato di Berlino, Katrin Lompscher, ha nel frattempo messo in guardia contro speculazioni affrettate sull’individuazione delle cause dell’infezione, che in Germania ha già provocato 21 morti e contagiato più di 1500 persone, mentre circa 600 altre sono affette dalla sindrome emolitica uremica (Seu), la versione resistente e pericolosa del ceppo Ehec. “E’ necessario continuare a prestare la massima attenzione alle misure igieniche per la verdura fresca”, ha aggiunto la signora Lompscher, mentre il ministero della Sanità della Bassa Sassonia ha assicurato che “il lavoro investigativo sui dettagli questa emergenza continua”.

SPUNTA L'ECOLIMETRO - In tempo di allarme da batterio killer, i mal di pancia dei piccoli rischiano di scatenare l’ansia delle madri. “Premesso che, considerato il fatto che questo appare circoscritto, è poco probabile imbattersi oggi in Italia nel ceppo di E. coli che sta allarmando l’Europa, esistono 10 sintomi da tenere d’occhio per capire se e’ il caso di preoccuparsi”. Parola del pediatra di Milano Italo Farnetani , che ha messo a punto un ‘E.  colimetro’ in 10 punti, in grado di indicare le probabilita’ di trovarsi di fronte a una sindrome emolitico uremica (Seu).

“Questa sindrome - ricorda l’esperto all’Adnkronos Salute - è accompagnata nel 95% dei casi da diarrea, e questo deve essere il primo sintomo che i genitori devono osservare. E’ chiaro che l’assenza di diarrea fa diminuire le probabilità che si tratti di sindrome emolitico uremica, mentre la presenza dei sintomi descritti in seguito, che possono rientrare nel quadro clinico della malattia, aumentano la probabilita’. E piu’ sono presenti contemporaneamente, piu’ salgono i rischi che il bambino presenti una sindrome emolitico uremica”, spiega Farnetani.

Su questa base “si possono stilare 10 ‘spie’ che i genitori possono e debbono osservare. Quando almeno uno è presente in associazione alla diarrea, occorre avvertire il medico. Ma se alla diarrea si aggiungono due sintomi la probabilita’ di Seu e’ bassa, se se ne sommano cinque e’ media, mentre da sei a nove e’ alta”.

Eccoli: 1) Diarrea. E’ presente nel 95% dei casi, perciò è il sintomo che più degli altri orienta verso la sindrome emolitica uremica. Nel 5% dei casi però non è presente. In caso positivo i genitori devono avvertire il medico, anche se e’ presente uno solo dei successivi sintomi; 2) Sangue nelle feci. In corso di sindrome emolitico uremica, e’ presente nel 70% dei casi già dal secondo giorno di diarrea; 3) Più di otto scariche al giorno; 4) Muco nelle feci; 5) Diarrea che dura piu’ di cinque giorni; 6) Dolore addominale; 7) Vomito; 8) Febbre superiore a 38,5°; 9) Urina scarsa: cioè il bambino, se porta il pannolino, ne bagna meno di sei al giorno, mentre se è più grande resta più di 18 ore senza urinare; 10) Tenesmo rettale: questo termine significa avere la stimolazione a evacuare senza emettere poi feci.

Intanto la Commissione Europea ha annunciato che chiederà agli Stati membri di approvare "indennnizzi" agli agricoltori che hanno subito perdite per il calo delle vendite di ortaggi dovuto all’emergenza del batterio-killer. La presidenza ungherese dell’Unione europea ha deciso di convocare per domani a Lussemburgo un consiglio straordinario dei ministri Ue dell’Agricoltura, per affrontare l’emergenza che ha colpito il settore dopo lo scoppio dell’epidemia scatenata dalla versione ‘mortale’ dell'Escherichia Coli.