Washington, 13 giugno 2011 - "POTREBBE essere il più grande furto di fondi della storia americana". La cifra in ballo è enorme: 6,6 miliardi di dollari, più o meno il costo di una centrale nucleare. Nel 2003, dopo l'invasione Usa in Iraq, l'amministrazione targata George W. Bush finanziò la ricostruzione di Bagdad con una cascata di soldi pubblici. La situazione era critica e per la Casa Bianca era importante dare un segnale forte alla popolazione locale: con una mossa dettata dalla disperazione, i funzionari del Pentagono decisero di utilizzare un C-130 per trasportare dal New Jersey alla capitale irachena 2,4 miliardi dollari in banconote da 100. I viaggi dell'aereocargo furono 21, per un totale di 12 miliardi di dollari.

IL MAXI FURTO. Quasi la metà di questi fondi molto probabilmente è stata rubata. "Entro giugno - scrive il Los Angeles Times - il Pentagono e il governo iracheno dovranno tirare le somme sul programma di finanziamenti". Nonostante anni di indagini, i funzionari del ministero della Difesa non sono ancora riusciti a capire che fine abbiano fatto 6,6 miliardi di dollari. Sui registri non c'è traccia di questo denaro e ogni tentativo di recuperarli è stato inutile. Per la prima volta, i revisori dei conti federali hanno suggerito che questa cifra potrebbe essere stata rubata. "Potrebbe essere - ammette Stuart Bowen, l'ispettore speciale per la ricostruzione in Iraq - il più grande furto di fondi della storia americana".

L'INDAGINE. Per quanto paradossale possa sembrare, l'intera cifra potrebbe davvero essere stata fatta sparire. Un'operazione che a Bernard Madoff sarebbe costata quasi due anni di 'fatica', è stata portata a termine in pochi mesi. "Una volta arrivati a Bagdad, i soldi venivano distribuiti ai ministeri iracheni e ai contractor. Ma i funzionari Usa - riporta il quotidiano californiano - spesso non avevano tempo o abbastanza personale per effettuare stretti controlli finanziari". Centinaia di sacchi di juta, secondo le testimonianze dei responsabili americani dell'operazione, venivano riempiti con milioni di dollari e impilati sui pickup, che poi raggiungevano le agenzie irachene o i contractor. L'accusa nei confronti di questi funzionari è grave: spreco di denaro pubblico e truffa.

I RIFLESSI POLITICI. Il recupero dei fondi rubati appare proibitivo. Bagdad ha già messo le mani avanti: "Secondo l'accordo firmato nel 2004, l'unico responsabile del controllo di quei fondi era il governo degli Stati Uniti". La certezza, per il momento, è una sola: le tasche in cui i ladri hanno trovato 6,6 miliardi di dollari sono quelle dei contribuenti americani.