Roma, 15 giugno 2011 - “Entro il 25 giugno sara’ presentata la domanda di accesso per il Comitato di conciliazione”, un passo che rappresenta “la precondizione per il ricorso al Tribunale internazionale dell’Aja”.

Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, rispondendo a una domanda sulle prossime mosse del governo dopo la decisione del Supremo tribunale federale brasiliano di liberare Cesare Battisti, confermando la scelta dell’ex presidente Lula di non estradarlo in Italia. “Ho parlato con l’ambasciatore La Francesca (l’ambasciatore italiano a Brasilia, ndr) e tra qualche giorno prepariamo la domanda perche’ sia nominato il Comitato di conciliazione”, ha proseguito il titolare della Farnesina, sottolineando che, per l’avvio della procedura, l’Italia non intende aspettare le motivazioni del tribunale brasiliano sulla sentenza di scarcerazione.

Il Comitato di conciliazione, istituito in base al Trattato di conciliazione e regolamento giudiziario firmato da Italia e Brasile nel 1954, ha quattro mesi di tempo per esprimersi sul caso. Nel caso in cui le conclusioni del Comitato vengano respinte, si apre la strada al ricorso davanti al Tribunale internazionale dell’Aja.

Sulla mancata estradizione dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti “chi ha sbagliato e’ solo ed esclusivamente (l’ex) presidente del Brasile” Lula. Questa la posizione espressa dal ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo al programma ‘Le storie - diario italiano’ su Rai tre di Corrado Augias. Per il titolare della Farnesina Lula “ha fatto un gravissimo errore” aggiungendo che al Tribunale Internazionale dell’Aja bisognera’ “portare argomenti giuridici chiari” a partire dalla palese violazione del trattato bilaterale.

Alla domanda se la scelta del Brasile sia dovuta allo scarso peso politico dell’Italia nella comunita’ internazionale e ad una mancata pressione nei confronti del governo brasiliano, Frattini ha spiegato che “questo caso non si doveva risolvere con una pressione politica, ma nel rispetto del diritto internazionale. Abbiamo fatto bene a non esercitarla.

Il solo errore e’ stato quello del presidente Lula. Forse altri paesi sono abituati ad esercitare di frequente pressione politica, noi no”.

E LULA EVITA L'ITALIA - L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha cancellato il suo viaggio a Roma a fine giugno, nel timore di dover affrontare contestazioni per la sua decisione di negare l’estradizione a Cesare Battisti. E’ quanto si legge sul quotidiano brasiliano ‘Folha de Sao Paulo’ che spiega come Lula dovesse partecipare a un seminario sull’agricoltura, ma anche spingere sulla candidatura del suo ex ministro per la Sicurezza alimentare, Jose’ Graziano, alla direzione generale della Fao.

Secondo il quotidiano, dopo le polemiche sorte in Italia per il caso Battisti la presenza di Lula “potrebbe diventare un ostacolo alla vittoria di Graziano nella successione al senegalese Jacques Diouf”, in una sfida in cui l’ex ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, e’ visto come l’avversario piu’ forte del brasiliano.