Oslo, 23 luglio 2011 - Il premier norvegese Jens Stoltenberg ha raggiunto l’isola di Utoya in elicottero per una visita sul luogo teatro della sparatoria che ieri ha causato la morte di 84 persone. L’edizione on line della Bbc riferisce che il primo ministro ha detto che tra le vittime ci sono anche funzionari del suo governo.

 

Subito un giallo all'arrivo. La polizia norvegese ha fermato un uomo armato di coltello mentre si avvicinava al Stoltenberg. La televisione Nrk riferisce che l’uomo ha cercato di giustificarsi spiegando alla polizia di avere questo coltello “perché non si sentiva sicuro”.  L’arresto è stato effettuato nei pressi dell’albergo dove sono stati radunati i sopravvissuti alla strage.

 

STOLTENBERG: EROI - “Eroi” che hanno salvato la vita a molti loro amici: così il premier norvegese Jens Stoltenberg ha definito i sopravvissuti alla carneficina. “Sono profondamente colpiti e molti di loro mi hanno detto che il modo migliore per onorare quelli che hanno perso la vita è di continuare ad agire, facendo così in modo che quelli che ci vogliono spaventare non abbiano successo”, ha detto il premier alla stampa.

 

“Conoscevo personalmente molte delle persone che hanno perso la vita -  ha aggiunto Stoltenberg - Un luogo di paradiso e’ stato trasformato in un’isola di inferno”.


 

 

SULL'ISOLA ANCHE I SOVRANI -  Il re e la regina di Norvegia, accompagnati dall’erede al trono, sono giunti sull’isola di Utoya, teatro della strage di ieri dove assime al premier Stoltenberg stanno incontrando i sopravvissuti presso l’alberto Sundvolleng.
La regina abbraccia tutti quelli che incontra mentre il re a tratti ha il volto offuscato dalle lacrime. Tutta la cerimonia prosegue in modo molto diretto e informale, in tipico stile norvegese.

 

REAZIONI A CALDO - "La violenza non ci deve terrorizzare", così il premier norvegese Jens Stoltenberg ha commentato a caldo l'autobomba esplosa a Oslo e la sparatoria sull'isola di Utoya dai microfoni della televisione di stato Nrk. Il primo ministro ha aggiunto che "i terroristi ci vogliono spaventare" e ha invitato la popolazione a seguire le indicazioni della polizia.

 

“Utoya era il paradiso della mia gioventu’ - commenta amaramente il primo ministro norvegese - ora e’ diventata un inferno”. Stoltenberg ha detto che oggi, proprio a Utoya, avrebbe dovuto prendere parte al raduno che i giovani laburisti avevano organizzato sull’isola.

 

Il premier ha comunque ammesso che "ci troviamo davanti ad una situazione grave" sebbene le forze di sicurezza fossero preparate. Stoltenberg ha anche assicurato che sta bene come tutti i ministri, senza però rivelare ("per motivi di sicurezza") la località segreta in cui era stato portato dopo la deflagrazione nella capitale.

 

Il primo ministro ha tenuto una conferenza stampa insieme al ministro della Giustizia, Knut Storberget, in cui ha sostenuto che, malgrado gli "attacchi sanguinosi e scioccanti", "nessuno può sperare di metterci a tacere" o "distruggere la nostra democrazia".

 

"Prenderemo i colpevoli e li metteremo di fronte alle loro responsabilità", ha aggiunto senza però commentare la rivendicazione di un gruppo jihadista apparsa sul web. "Non posso né confermare né smentire le notizie di gruppi che si sono assunti la reponsabilità dell’attacco - ha detto - non vorremmo far apparire la situazione più grave di quanto non sia". 

 

Stoltenberg, economista di formazione e leader del Partito laburista norvegese, è alla guida del regno dal 2005; è al secondo mandato consecutivo, era già stato primo ministro dal marzo 2000 all’ottobre 2001.

 

IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA - La Norvegia non innalza il livello di allerta nel Paese dopo la sanguinosa strage che ha causato la morte di 91 persone, assicura il ministro della giustizia, Knut Storberget, comparso dinanzi alle telecamere, accanto al premier, Jens Stoltenberg. Storberget ha detto che “al momento non c’e’ alcuna ragione di innalzare il livello di allerta” nel regno scandinavo.