NEW YORK, 1 agosto 2011 – Manhattan sta per perdere uno dei suoi ultimi simboli bohemienne. Dopo un secolo di storia, creativita’ e ‘cattive abitudini’ cala il sipario sul Chelsea Hotel, il famoso edificio in mattoni rossi con l’insegna al neon rifugio di scrittori, poeti e musicisti. Il luogo che gli artisti piu’ sballati e nichilisti del mondo hanno chiamato “casa”.

Sabato sera, per l’ultima volta, l’albergo era aperto ai clienti. E ognuno ha celebrato a modo suo. Chi ha suonato fino al mattino, come la bassista di Baltimora Kitty Ramona. Cresta, testa rasata sui lati e piercing, da dieci anni veniva al Chelsea piu’ volte l’anno. Chi invece ha organizzato una festa intitolata “la fine di un’era”. Champagne, petali di rose bianche, candele e muri rossi, l’appartamento del fotografo Tony Notarberardino, che abita al sesto piano da 17 anni, e’ stato teatro di un party da mille e una notte.

A comprare l’hotel per 80 milioni di dollari, pare con l’intenzione di tramutarlo in un condominio di lusso, cosi’ come era nato nel 1884, sarebbe stato il costruttore Joseph Chetrit. Per ora non ha voluto rilasciare nessun commento, ma secondo il New York Times Chetrit avrebbe gia’ incaricato l’architetto Gene Kaufman di sovrintendere i lavori di ristrutturazione, con l’ordine di mantenere intatta l’atmosfera un po’ decadente che si respira non appena si varca la soglia del palazzo.

Inizialmente suddiviso in grandi appartamenti per 40 famiglie, nel 1905 divenne “un hotel per clienti a lungo termine”. Tutti gli artisti passati al Chelsea hanno scritto una storia degna di essere raccontata. Ci hanno vissuto Mark Twain e Jack Kerouac, Jean Paul Sartre e Simon de Beauvoir. E’ stato la corte di Andy Warhol, che vi ambiento’ il film ‘Chelsea Girl’. E nei corridoi attraversati da Bob Dylan, Janis Joplin, Patti Smith, Jimi Hendrix e Jane Fonda si e’ consumata piu’ di una tragedia. Qui ha trovato la morte lo scrittore Dylan Thomas, ucciso dall’alcool nel 1953, e qui venne accoltellata Nancy Spungen, fidanzata del bassista dei Sex Pistols Sid Vicious. Non si e’ mai scoperto se ad ammazzare la ragazza fu proprio il musicista sotto l’effetto dell’eroina, ma si mormora che il suo fantasma si aggiri ancora per le stanze del Chelsea.

E’ diventato un albergo quattro anni fa, quando dopo oltre mezzo secolo la gestione e’ passata da Stanley Bard e suo figlio David ad un nuovo management. Gli abitanti permanenti rimasero, ma fu definito “un disastro”, come commento’ Jeanne Claude, moglie dell’artista Chisto, che con il marito’ ci visse negli anni ’60, spesso senza pagare l’affitto. Era Bard a decidere chi poteva stare e a che prezzo, e spesso faceva credito agli artisti squattrinati, chiedendo in cambio di lasciare un’opera d’arte prima della partenza. Erano tempi in cui alcool e droga circolavano liberamente. Ora rimangono quasi solo ricordi e alcuni oggetti provocatori, come il dipinto appeso in un corridoio che raffigura Sid Vicious con una siringa in mano. Forse i residenti potranno continuare ad abitarvi, ma tutti dicono che l’anima del Chelsea e’ stata venduta insieme al suo corpo, quelle mura in mattoni rossi che custodiranno per sempre i tanti segreti del palazzo gotico sulla Ventitreesima Strada.