Roma, 3 agosto 2011 - Nessun obiettivo italiano per il missile libico caduto oggi in mare a 2 chilometri di distanza dalla fregata Bersagliere al largo delle coste della Libia nella zona della città di Zlitan. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, esclude categoricamente che si sia trattato di un missile, “anzi meglio un semplice razzo”, che aveva come obiettivo la nave militare italiana, ne’ tantomeno, l’isola di Lampedusa, come avvenuto invece in passato.

IL COMANDANTE - ''Abbiamo visto il missile arrivare, sempre piu' vicino, finche' e' caduto in mare. L'equipaggio ha saputo reagire prontamente, manovrando la nave in acque più sicure''. Lo sottolinea  il comandante della fregata Bersagliere, capitano di fregata Gennaro Falcone. La "Nave Bersagliere stava effettuando il suo normale lavoro di pattugliamento a circa 10 miglia dalle coste libiche quando, intorno alle 10.40 abbiamo prima avvistato una traccia sui nostri schermi radar e subito dopo la vedetta di guardia ha agganciato otticamente la traiettoria del razzo".

Il capitano ripercorre i momenti concitati seguiti al lancio del missile dalle coste della Libia. ''Abbiamo seguito 'otticamente' la traiettoria del missile, che ha defilato la poppa della nave a una distanza di circa duemila metri. "Non abbiamo avuto particolari problemi, l'equipaggio ha agito con la massima prontezza aumentando la velocita' e facendo allontanare l'unita' dalla zona, fino ad un'area piu' sicura. Il possibile razzo ha cambiato repentinamente direzione e si è inabissato a poppa della nave - ha detto il comandante Falcone - a circa 2000 metri di distanza da noi".

''Potrebbe essersi trattato piu' precisamente di un razzo, forse il secondo stadio di una salva di razzi lanciati lungo le coste. Uno di questi - rileva- potrebbe aver deviato la traiettoria verso il mare. In questo senso, non si puo' avere la certezza che fosse diretto contro di noi. Quanto accaduto non avra' comunque conseguenze sulla nostra attivita'. Andiamo avanti serenamente -assicura- continuando ad assolvere la missione come sempre''.

 

IL MINISTRO - “Il tracciato del razzo - spiega La Russa - e’ stato avvistato al largo di Misurata, quindi a ben 90 miglia da Lampedusa e lontano dalle coste italiane. Il parallelo con quanto avvenuto in passato non puo’ essere quindi fatto - scandisce il ministro - qualsiasi paragone sarebbe fuorviante. Questo razzo non aveva nessun obiettivo italiano e mi pare corretto dire che si sia trattato di un fatto episodico”.

La Russa tiene a ribadire “è totalmente da escludere che l’obiettivo fosse la fregata Bersagliere o le coste italiane, perche’ neanche un bambino con qualsiasi tipo di arma avrebbe sbagliato di 2 chilometri la traiettoria”. Per di piu’, conclude il ministro “si tratta di un razzo, vista la cortissima gittata. Ed inoltre se si fosse trattato di un missile (Gheddafi ha ancora nella sua disponibilita’ alcuni missili) per poter essere lanciato sarebbe dovuto essere guidato da un radar, ma Gheddafi non puo’ accendere i radar perche’ verrebbero subito messi fuori uso” nell’ambito della missione internazionale. Insomma “quello che e’ sicuro e’ che non ci dobbiamo preoccupare, la nave italiana non era l’obiettivo ne’ lo erano le nostre coste”, garantisce La Russa.

Il missile caduto in mare a circa due chilometri dalla nave Bersagliere, secondo quanto si e’ appreso, e’ stato visto ‘otticamente’ dall’equipaggio dell’unita’ della Marina militare e non risulta sia stato rilevato anche dai radar di bordo: non dovrebbe dunque trattarsi di un missile cosiddetto ‘’a testata radar’’.
Dalla nave si sono limitati a seguire la traiettoria del missile, che ad un tratto avrebbe fatto una virata - particolare da cui si desume che si tratterebbe proprio di un missile e non di un razzo - fino al suo impatto in acqua, a distanza di sicurezza. Non e’ stato necessario adottare particolari contromisure.
 

LA MISSIONE - Nave Bersagliere partecipa alla missione “Unifield Protector” insieme alla nave San Giusto: le due unita’ hanno sostituito recentemente la portaerei Garibaldi e la fregata Euro. E’ comandata dal Capitano di Fregata Gennaro Falcone, e dispone di un equipaggio di 185 persone. E’ un pattugliatore la sigla e’ F 584.

LA 'BERSAGLIERE' - E’ stasta varata nel 1985, e’ lunga 113 metri e larga 11. Ha un’autonomia di 5000 miglia ed e’ armata con un cannone OTO Melara 127/54; 2 impianti binati Breda da 40/70; 8 S/S Teseo; 1 lanciatore a 8 celle per S/A Aspide (16 missili); 2 lanciarazzi SCLAR da 105 mm; 1 elicottero AB-212/ASW. Nave Bersagliere, ricalcando le caratteristiche strutturali e tecnico-operative delle unita’ della ex classe Lupo e’ una piattaforma poliedrica in grado di assolvere diversi ruoli istituzionalmente assegnati alla linea operativa, risultando particolarmente efficace nei compiti di pattugliamento, controllo, blocco navale, presenza e deterrenza, appoggio di fuoco, difesa antiaerea ed antimissile.

VARATA PER SADDAM - Nave Bersagliere e’ la terza unita’ delle quattro che costituiscono la Classe Soldati. Impostata nel 1983 dalla Fincantieri negli stabilimenti Cnr di Ancona, fu varata nel 1985 per essere successivamente consegnata alla Marina irachena di Saddam Hussein, iniziale committente, con il nome di al-Yarmuk. La crisi internazionale che caratterizzo’ le relazioni politiche e commerciali con l’Iraq fra la meta’ degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta impedi’ la consegna delle navi, in applicazione dell’embargo sancito dall’Onu.


Un successivo decreto legislativo del 1993 ha permesso l’acquisizione delle quattro unita’ da parte della Marina Militare Italiana che, in seguito ai lavori necessari per l’adeguamento agli standard italiani e Nato, le ha progressivamente immesse nella linea operativa a partire dal 1994, classificandole come Pattugliatori d’Altura.
Nave Bersagliere e’ stata consegnata alla Marina il 28 novembre del 1995 ed assegnata inizialmente alla base di La Spezia per poi essere rischierata nel 2003 a Taranto alle dipendenze della Prima Squadriglia Fregate.