Berlino, 13 agosto 2011 - Le campane di tutte le chiese di Berlino hanno risuonato a mezzogiorno e la città intera si è fermata per un minuto, per ricordare tutte le vittime del Muro, di cui oggi ricorre il 50esimo anniversario della costruzione. Un Muro che ha segnato, dal 13 agosto 1961 al 9 novembre 1989, la divisione tra Berlino Est e Berlino Ovest, tra blocco sovietico e occidentale, tra comunismo e democrazia.


In cima al Reichstag, a pochi metri da dove fu costruito il Muro, si ergono le bandiere tedesche; a pochi passi dalla sede del Parlamento tedesco, una linea di croci bianche attaccate a una rete metallica; nomi, date, qualche fiore; e quello che rimane agli occhi dei berlinesi del “Muro della vergogna”. Fu nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 che il leader della Ddr, Walter Ulbricht, diede l’ordine di lanciare “l’Operazione Rosa”, con migliaia di soldati incaricati di erigere “un muro di protezione antifascista”, per impedire agli abitanti della Germania Est di fuggire nel mondo capitalista. Ma nascosti nella macchine, scavando tunnel, saltando le recinzioni, i tedeschi dell’Est continuarono, in tutti i modi, a tentare la via della libertà; almeno in 136, invece, trovarono la morte ai piedi di quel Muro. Ma in tutto, tra le 600 e le 700 persone, secondo gli storici, persero la vita cercando di scappare.


I morti, o quelli imprigionati per aver cercato la fuga, “non sono le sole vittime di questo Muro” ha ricordato il presidente della Repubblica, Christian Wulff, durante la cerimonia di commemorazione. “Dietro di esso, milioni di persone hanno dovuto rinunciare a decidere della propria vita” ha aggiunto. Nella Ddr, c’erano allora 19 milioni di abitanti.

Wulff ha parlato questa mattina davanti al Memoriale della Bernauer Straße, la strada tagliata in due dal Muro. Alla cerimonia hanno partecipato anche il cancelliere Angela Merkel e il sindaco della capitale, Klaus Wowereit, che ha dichiarato di fronte a migliaia di persone di non avere “alcuna comprensione per coloro che relativizzano gli orrori del Muro; (...) il Muro di Berlino era e resterà una vergogna e questo deve essere detto chiaramente”.


“E’ stato molto importante per noi venire qui oggi” ha dichiarato Monika Czesmat, che vive nella zona occidentale della città ed è andata alle commemorazioni con il marito. Davanti a due foto dei resti del Muro e ai mazzi di fiori deposti “in memoria delle vittime del Muro e della divisione tedesca” la donna ha ricordato il 13 agosto 1961 come “un giorno terribile per la Germania”. Il presidente polacco del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, ha raccontato - in un comunicato - i suoi ricordi: “Ero uno studente di ingegneria e mi trovavo a Berlino per una conferenza. Quella mattina, volevamo visitare Berlino Ovest ma ci fu impedito da poliziotti armati e filo spinato”. “Questo muro - ha aggiunto - non ha diviso soltanto una città, ma l’Europa intera”. Per il presidente tedesco Wulff, comunque, la caduta del Muro nel 1989 è la prova che “alla fine, la libertà è indistruttibile. Nessun muro resiste in maniera duratura alla voglia di libertà”.

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