Viareggio, 26 agosto 2011 - Ieri, un anno fa, in una cella del carcere di Grasse, in Costa Azzurra, moriva il carpentiere viareggino Daniele Franceschi, 36 anni, padre di un bambino di 9: era dentro da alcuni mesi con l’accusa di uso improprio di carte di credito in un casinò. Una morte sulla quale, a distanza di un anno, pesano ancora dubbi. Ombre. Troppe. Un infarto? Se sì, perché nessuna cura nei giorni precedenti il decesso, quando il giovane denunciava al personale medico dolori al petto? E i soccorsi al momento del malore? E ancora: quando verranno restituiti alla famiglia gli organi del ragazzo, trattenuti nei laboratori francesi dove sono stati effettuati gli esami tossicologici?

 

Tutte domande per rispondere alle quali ieri c’è stata l’ennesima azione clamorosa della madre di Daniele, Cira Antignano, che si è presentata di prima mattina a Parigi davanti all’Eliseo e, indossando la maglia con la foto del figlio e la scritta "Verità e Giustizia", si è incatenata, richiamando l’attenzione della Gendarmerie. Un blitz (seppure annunciato) simile a quello compiuto nell’ottobre 2010 davanti al carcere di Grasse, quando la donna addirittura finì nel mirino della Procura francese per avere offeso le autorità d’oltralpe (gridava davanti al carcere, chiedendo giustizia per il figlio), salvo poi essere prosciolta per motivi umanitari. Poco dopo quell’azione, Cira aveva scritto alla moglie del presidente Nicolas Sarkozy, Carla Bruni, che le aveva risposto: "La giustizia francese non la deluderà". Dopo, più niente. Quindi, la decisione di andare all’Eliseo, a casa della coppia presidenziale.

 

"Quando ci hanno visto lì — ci ha raccontato l’avvocato Aldo Lasagna, con Cira a Parigi — si sono subito scaldati: i gendarmi ci hanno ‘invitato’ ad allontanarci". Poi, però, grazie all’intervento di un alto funzionario dell’Eliseo, che ha spiegato a Cira e al legale che i coniugi Sarkozy-Bruni erano fuori sede, la tensione è rientrata e i due sono stati fatti entrare nel Palazzo. "Ho consegnato al funzionario un’altra lettera per la signora Bruni — ci ha spiegato Cira per telefono, subito dopo l’incontro — e lui mi ha garantito che, presto, sarà fissato un incontro con la première dame e il presidente". Poco dopo, la donna e l’avvocato hanno parlato con il console generale d’Italia, Luca Maestripieri (che peraltro, combinazione, è un viareggino), che ha promesso l’interessamento del Consolato sul caso-Franceschi. Ora, mentre si attende l’ultima perizia francese sulla vicenda (cioè quella del "nesso causale", che dovrebbe indicare eventuali responsabilità sulla morte di Daniele), mamma Cira rientrerà in Italia. Pronta, però, "a tornare all’Eliseo — ci ha detto — se la coppia presidenziale non onorerà l’impegno preso...".