New York, 28 agosto 2011 - "Il peggio della tempesta e' passato'': lo ha detto il segretario alla sicurezza nazionale Usa, Janet Napolitano: "Irene sta lasciando la città per proseguire lungo la costa verso nord. intanto il Centro uragani nazionale ha declassato l'uragano a tempesta tropicale. precisando che nonostante questo, resta “estremamente pericoloso” e il livello dell’acqua costiera, dalla Virginia al Massachussets, potrebbe salire dagli 1,5 ai 2 metri. Inoltre potrebbero formarsi piccoli tornadi all’interno della citta’ di New York.

Cronaca di un uragano annunciato e che poi non c’è stato. New York si preparava al peggio, ma lo scenario catastrofico non si è verificato, per fortuna della città e dei suoi abitanti. Irene è passata sopra New York stamattina in direzione nord-nordest, sferzando una città semideserta con venti da oltre 100 chilometri orari, ma senza provocare i disastri temuti: e i newyorkesi sono di nuovo usciti di casa, mentre il sindaco Michael Bloomberg ha autorizzato i 370.000 evacuati a tornare nelle loro abitazioni.

L’effetto più grave dell’uragano a New York è finora il taglio della corrente elettrica a un milione di persone in città e nei sobborghi oltre ad allagamenti nelle zone limitrofe al mare. Ma le autorità avvertono che la tempesta grande come l’Europa rimane pericolosa soprattutto perché può causare inondazioni, e perché i venti rimagono forti abbastanza da strappare rami. “Non siamo ancora fuori pericolo”, ha detto il segretario alla sicurezza nazionale, Janet Napolitano.

I morti accertati sono 15 finora, nessuno a New York. Secondo il calcolo di Cnn che cita le autorità locali ci sono state sei vittime in North Carolina, quattro in Virginia, due in New Jersey, una ciascuna in Connecticut, Maryland e Florida. In gran parte sono persone colpite da rami e cavi elettrici, ma in Florida la vittima è un incauto surfista annegato nell’Atlantico.

Nessuna vittima a Philadelphia dove gli allagamenti sono rilevanti. Un reattore nucleare nel Maryland è stato chiuso per precauzione. Il conto totale delle persone senza corrente elettrica è 4 milioni e in alcuni casi, per esempio in New Jersey, si teme che restino senza per una settimana.

A salvare New York da danni seri è stata la bassa marea e il fatto che Irene si è fermata sopra il Nord Carolina più del previsto. L’occhio della tempesta ha colpito la città alle 9 quando l’alta marea era già scesa, diminuendo di molto l’altezza dell’onda di acqua salata che ha scavalcato spiagge e barriere inondando le zone a livello del mare. Anche così però trasporti pubblici e aeroporti rimangono chiusi e senza previsioni attendibili per quando riapriranno: stesso discorso per i treni pendolari, con molti depositi e binari sotto l’acqua. Intanto il sole ha fatto capolino su New York, ma il vento a tratti è ancora forte. 

 

OBAMA: SI E' INDEBOLITO, MA RESTA PERICOLOSO - Malgrado il progressivo indebolimento dell’ormai tempesta tropicale Irene, con venti a 80 km/h, Bracak Obama ritiene che l’ex uragano “si sia indebolito ma resti ancora pericoloso”. Per il presidente americano resta il rischio dell’esondazione di fiumi ed e’ convinto che gli americani risentiranno “per un certo tempo” degli effetti di Irene. Il presidente, parlando dal giardino delle rose della Casa Bianca, ha anche ringraziato tutto il personale che si e’ speso per contenere i danni.

 

LA GRANDE MELA ERA DESERTA - New York sembrava un deserto: il sindaco Michael Bloomberg aveva ordinato l`evacuazione obbligatoria di 370.000 persone dalle zone considerate a rischio (comprese Battery Park, il Financial District, Wall Street, parte di Chinatown e alcune aree dei borough di Brooklyn e Staten Island) e aveva chiesto a tutti gli altri di rimanere tappati in casa almeno fino alle 21 di domenica. Chiusi gli aeroporti e per la prima volta nella storia della città anche i mezzi di trasporto pubblici: niente autobus, né metropolitana, almeno per tutta la giornata di oggi, se non addirittura anche lunedì.

Chiusi negozi, compreso il department store Bloomingdale's, saracinesche abbassate per ristoranti e locali, deserta persino Grand Central Station, la stazione dei treni solitamente affollatissima, vuoto anche Central Park, dove il pericolo che cadano alberi o rami è altissimo (proprio così hanno perso la vita almeno due delle persone rimaste finora vittime di Irene).

Il sindaco non vuole correre rischi: “era troppo pericoloso per prendere decisioni diverse, la vita delle persone è ancora in pericolo”, ha detto. E il rischio principale è che il livello del mare si alzi talmente tanto da fare finire sott`acqua ampie parti di Lower Manhattan, forse fino al sito dove sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center. Secondo gli esperti il mare si alzerà tra gli 1,2 e i 2,4 metri.

“Ci aspettano ore molto lunghe”, aveva commentato il presidente Barack Obama, costantemente aggiornato dal Fema, la protezione civile americana. Nel frattempo i meteorologi cominciano a mettere insieme le cifre: l’uragano ha provocato raffiche a 120 chilometri orari sulla costa del North Carolina, mentre a Washington “appena” di 60 all’ora.

 

LA SITUAZIONE DEI VOLI - I voli dagli aeroporti di Washington stanno riprendendo dopo il passaggio della tempesta e hanno ritardi minimi. Gli aeroporti di New York restano ancora chiusi.

Il record della pioggia finora a Hampton in Virginia, a sud di Washington, dove la tempesta ha fatto cadere in poche ore ben 30 centimetri d’acqua.

Nel frattempo, l’uragano non inonda solo le coste ma anche Twitter: il sito di micro-blogging ha reso noto (con un tweet, naturalmente, mandato da @twitterglobalpr) che la media è stata nella giornata di sabato è stata di 3.000 tweet al minuto con lo hastag #Irene, il doppio del giorno prima e il triplo di giovedì.