Prossimita’ di Bani Walid, 19 settembre 2011 - Violenti combattimenti sono in corso a Bani Walid tra le forze della nuova autorita’ libiche e i lealisti, ancora vicini a Muammar Gheddafi; ed e’ stallo invece a Sirte, citta’ natale del ‘rais’, dove i ribelli credono si nasconda almeno uno dei suoi figli. “I rivoluzionari sono entrati stamane a Bani Walid e hanno condotto una dura battaglia”, ha riferito Abdallah Kenchill, responsabile locale del Consiglio Nazionale di Transizione. Secondo la fonte, la liberazione di Bani Walid, Oasi a 170 km a sud-est di Tripoli, una delle principali roccaforti ancora fedele all’ex ‘guida’, e’ ormai “un caso risolto e la liberazione avverra’ nei prossimi giorni”. Domenica, le truppe del Cnt si erano ritirati per 6 chilometri dalla citta’, dopo il contrattacco delle fozre di Gheddafi.

Il comandante delle Brigate al-Qabra del Cnt, Walid al-Feturi, domenica ha spiegato che i suoi uomini stanno dando tempo ai civili perche’ abbandonino Sirte, prima di lanciare l’assalto finale alla citta’, che ha una popolazione di circa 130mila persone. “Il primo problema e’ che ci sono bambini e civili all’interno e non vogliamo usare i missili Grad o l’artiglieria pesante. Ma d’altra parte ci stanno sparando addosso con l’artiglieria pesante e noi stiamo cercando di far uscire famiglie e bambini a poco a poco”.

Gli uomini che assediano Sirte sono convinti che all’interno della citta’ si nasconda Mutassim Gheddafi, colonnello dell’esercito e un tempo potente consigliere del padre per la sicurezza nazionale: alla radio sono state intercettate le parole di un un tenente, con il nome in codice di Abu Bakr, che da’ ordini ai lealisti di usare l’artiglieria pesante, nonostante l’appello a proteggere la vita dei civili: “Spara, spara”, si sente crepitare nella radio, “non abbiamo bisogno di loro: avete esperienza in Ciad: sparare soltanto”; e lo stesso comandante ad un certo punto assicura di voler andare in soccorso di Mutassim: “Signore, signore.... Vi proteggeremo come ordinato da vostro padre”.

SAIF AL ISLAM E' A BANI WALID, GHEDDAFI PROBABILE - A Bani Walid, l’oasi situata 150 chilometri a sud-est di Tripoli dove da giorni si combatte per garantirsene il controllo, “e’ stato visto Saif al-Islam”, il secondogenito ed erede designato di Muammar Gheddafi, “e’ sicuro al 100 per cento”: lo ha affermato Abdullah Kenshil, l’alto dirigente del Consiglio Nazionale Transitorio che aveva condotto i negoziati con i capi tribu’ locali, nel vano tentativo di evitare gli scontri in atto.


Kenshil ha aggiunto che lo stesso Colonnello con ogni probabilita’ si trova anch’egli a Bani Walid: “Quanto a suo padre”, ha infatti sottolineato, “c’era pure lui. Ne siamo certi al 70 per cento”, ha precisato. Sulla testa di Gheddafi, del figlio e dell’ex capo dei servizi segreti libici, Abdullah al-Senussi, tutti alla macchia, pende un mandato internazionale di cattura per crimini di guerra emesso dal Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. “Quelli che stanno combattendo a Bani Walid”, ha proseguito l’esponente del Cnt, “non appartengono necessariamente alla brigate di Gheddafi, i cui membri si sono uniti alle nostre forze. A giudicare dai cadaveri che abbiamo recuperato, si tratta invece di mercenari provenienti dal Ciad, dal Niger e dal Togo”. Lo stesso Kenshil ha quindi reso noto che sono in corso nuove trattative con i lealisti per consentire l’evacuazione dei circa cinquantamila civili rimasti intrappolati nell’oasi contesa.

CNT: LA RIVOLTA E' COSTATA 20MILA VITTIME - Nell’altalenante balletto di cifre sul numero delle vittime della rivolta in Libia contro Muammr Gheddafi, il ministro della Giustizia del Cnt, Mohamed Al Alagi, ha dichiarato al Consiglio dei Diritti Umani Onu di Ginevra che finora ci sono stati 20.000 morti, “martiri”, e altrettanti feriti.

Alagi, rispondendo alle denuncie delle associazioni in difesa dei diritti umani sui presunti crimini commessi anche dagli insorti, Alagi ha rasssicuraro il Consiglio che il Cnt “non tradira’ la fiducia” del popolo libico e rispettera’ scrupolosamente i diritti umani e le liberta’. Non solo. Alagi ha garantito che gli insorti “rinunceranno alle rappresaglie contro le bande di (Muammar) Gheddafi e i suoi mercenari”, anche se, “tutti coloro che si sono macchiati di crimini subiranno un processo giusto secondo il diritto internazionale”.

SPARI CONTRO AEREO CARGO TURCO - Un aereo cargo militare turco mentre sabato era impegnato nel lancio di aiuti sopra la roccaforte lealista libica di Bani Walid e’ stato preso di mira dal fuoco di batterie antiaree. Lo riferisce oggi l’agenzia turca Anadolu, specificando che il reporter a bordo di uno dei due C-130 impegnati nell’operazione umanitaria non e’ stato in grado di riferire chi abbia aperto il fuoco. Il pilota ha effettuato delle manovre evasive riuscendo a sganciarsi senza subire danni.

L'OPEC RICONOSCE IL CNT - L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) si appresta a riconoscere il Consiglio nazionale transitorio (Cnt) come legittimo rappresentante della Libia. L’annuncio e’ stato dato dal segretario generale dell’organizzazione, Abdullah al-Badri. Ad aprire la strada al riconoscimento e’ stata la decisione delle Nazioni Unite di accreditare esponenti del governo provvisorio dei ribelli al Palazzo di Vetro. “L’Opec riconoscera’ il Cnt e avranno lo stesso seggio” ha dichiarato al-Badri, nel suo discorso al Gulf Intelligence Energy Forum in corso a Dubai. I membri dell’Opec che non hanno votato per il riconoscimento dei rappresentanti libici ad-interim all’Onu potranno mantenere relazioni bilaterali con il Cnt, ma quest’ultimo in ogni caso avra’ un posto al tavolo dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio.

GHEDDAFI IN FUGA SU UN 4X4 FORNITO DALL'ELISEO - Gheddafi sarebbe in fuga su un 4x4 blindato venduto alla Libia nel 2008 per 4 milioni di euro da una societa’ francese, con l’accordo dell’Eliseo, secondo quanto scrive il giornale on line Mediapart.

Il sito riferisce che la vendita del veicolo ultra-sicuro, che doveva garantire la protezione del leader libico nei suoi spostamenti, era stata avallata nel 2007 da Nicolas Sarkozy, all’epoca ministro dell’Interno, e da Claude Gueant, suo direttore di gabinetto e oggi responsabile degli Interni. Il 4x4 era stato poi consegnato al colonnello Gheddafi nel 2008, dopo che Sarkozy era stato eletto presidente.

L’Eliseo non ha fatto commenti. Sempre secondo quanto scrive Mediapart, il veicolo, fabbricato dalla societa’ francese Amesys, filiale di Bull, tra le altre cose possiede ‘’un dispositivo elettrico per oscurare le frequenze radio su un raggio di centro metri’’.

PORTAVOCE RAI'S: CATTURATI 17 MERCENARI STRANIERI -  Moussa Ibrahim, il portavoce di Muammar Gheddafi, sostiene che a Bani Walid sono stati catturati dalle truppe lealiste "17 mercenari". Fra questi, secondo il portavoce, ci sono quelli che ha definito "esperti tecnici" francesi e britannici.

"La maggior parte - ha affermato - sono francesi, due inglesi, un qatariota e uno di un Paese asiatico non identificato". Ibrahim ha aggiunto che i 17 saranno in seguito mostrati in tv, senza fornire altri dettagli.

FRATTINI: ACCORDO PER L'ASSISTENZA MEDICA - Accordo per l’assistenza medica ai feriti libici, disponibilita’ a formare la polizia e a contribuire allo sminamento, volonta’ di riattivare al piu’ presto il Trattato di amicizia bilaterale del 2008: sono questi i punti emersi da un colloquio tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il capo del governo del Consiglio nazionale transitorio libico, Mahmoud Jibril, svoltosi nella rappresentanza italiana all’Onu, a New York.

Il titolare della Farnesina ha spiegato che “un centinaio” di feriti sara’ presto portato da Misurata negli ospedali italiani. “Abbiamo tre fronti aperti e c’e’ bisogno di ricoverare i feriti piu’ gravi”, ha sottolineato Jibril. L’Italia, ha aggiunto Frattini, si e’ anche offerta di addestrare le forze di polizia, la Guardia costiera e la polizia petrolifera della nuova Libia, sul modello di quanto gia’ fatto in Iraq e in Afghanistan.