Londra, 24 ottobre 2011 - La mancanza di fondi frena {{WIKILINK}}Wikileaks{{/WIKILINK}}. "Per garantire la futura sopravvivenza dell’organizzazione, siamo costretti a sospendere temporaneamente qualunque pubblicazione e concentrarci, finanziariamente, a combattere l’embargo finanziario imposto da Visa, Mastercard e Bank of America". Lo ha detto oggi il capo di WikiLeaks, Julian Assange, durante una conferenza stampa al Frontline club di Londra. Secondo Assange l’organizzazione ha perso il 95% dei suoi fondi.

 

LEA ACCUSE DI ASSANGE - "Se non verrà sospeso entro la fine dell’anno”, ha detto oggi Julian Assange, "non potremo continuare il nostro lavoro e dovremo chiudere", dice riferendosi all'embargo finanziario. Per poter continuare ad operare agli stessi livelli degli scorsi 12 mesi, WikiLeaks ha bisogno di 3,5 milioni di dollari. Impresa ardua con i canali di accesso di fatto chiusi alla maggior parte dei donatori. L’embargo è stato definito da Assange "senza precedenti", "illegale", “antidemocratico” e un "attacco alla sovranità nazionale europea" visto che le tre istituzioni controllano quasi il 100% dei passaggi di denaro di piccola entità fra i "cittadini europei".

 

ALTRO MATERIALE - Il blocco delle donazioni avrebbe fatto perdere, dice il numero due di WikiLeaks, Kristinn Hrafnsson, "40-50 milioni di euro". Assange ha detto poi di avere "pendenti" 100mila documenti da pubblicare, inclusi file su "banche di diverse nazioni". Materiale che dovrà attendere l’arrivo di nuova linfa vitale. Entro novembre, ha detto poi Hrafnsson, è attesa poi la decisione della Commissione Europea sull’anti-trust sollecita da un esposto di WikiLeaks. "Dobbiamo avere fede", ha sottolineato il numero due. “Non posso credere che la commissione UE resterà con le mani in mano"