Gerusalemme, 2 novembre 2011 - Venti di guerra soffiano sempre più forte sull’Iran. Dopo la noitzia che Gran Bretagna è pronta a sostenere gli Usa in un attacco preventivo contro i siti nucleari iraniani, anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al suo gabinetto l’autorizzazione per un attacco preventivo.

 

Lo riferisce la rete Usa Abc che sottolinea come l’argomento sia stato affrontato nello stesso giorno in cui Israele ha lanciato con successo un missile balistico in grado di raggiungere la Repubblica islamica con una testata atomica.

 

GB E USA PREPARANO L'ATTACCO - Le forze armate britanniche si preparano a sostenere un attacco degli Stati Uniti contro il territorio della Repubblica islamica, per colpire le infrastrutture che Teheran starebbe utilizzando per realizzare l’atomica soprattutto nell’area montagnosa attorno alla città santa di Qom.

 

La finestra per un intervento, ha confidato una fonte militare britannica al Guardian, “è di dodici mesi” ma “Obama dovrà prendere una decisione nei prossimi mesi perché non vuole ordinare una cosa del genere appena prima delle elezioni negli Stati Uniti”. Così, le sfere militari di Sua Maestà, continua il Guardian, hanno cominciato a preparare i piani per un dispiegamento di navi e sottomarini caricato con missili Tomahawk, che dovranno far la loro parte in un attacco per la maggior parte condotto via aria.

 

Un’invasione di terra non è programmata, ma “un piccolo numero di unità delle forze speciali”, ha confidato al quotidiano britannico un’altra fonte militare, potrebbe essere necessario sul terreno.

 

L’attesa delle cancellerie occidentali, che in pubblico insistono per il negoziato con l’Iran, è per l’8 novembre, quando arriverà il rapporto sull’arricchimento dell’uranio stilato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ma già di recente gli analisti e gli esperti militari americani e britannici hanno potuto constatare la “sorprendente resistenza” dell’Iran di fronte alla sanzioni.

 

La Repubblica islamica, che nelle scorse settimane si è mostrata “di nuovo aggressiva e senza una ragione apparente”, riuscendo a organizzare una serie di omicidi all’estero, avrebbe pienamente recuperato il danno inferto alle proprie infrastrutture dal cyber-attacco innescato lo scorso anno da Israele e Stati Uniti utilizzando con successo il virus Stuxnet per mettere fuori uso almeno metà delle centrifughe. Le più efficienti di queste sono state trasferite in una base tra le montagne attorno a Qom, e da qui al prossimo novembre gli iraniani potrebbero riuscire a nascondere del tutto “materiali e altro potenziale” bellico.