NEW YORK – Con 164 preferenze in Assemblea Generale e 13 in Consiglio di Sicurezza il professor Giorgio Gaja, 72 anni, e’ stato eletto tra i quindici membri della Corte Internazionale di Giustizia, con un voto record per un candidato occidentale. Iniziera’ il suo mandato il 6 febbraio 2012 e fara’ parte del massimo organo giudiziario Onu per nove anni. “Questo voto conferma la credibilita’ dell’Italia e il fatto che la fiducia degli stati memmbri dell’organizzazione internazionale nei confronti del nostro paese non e’ venuta meno”, ha commentato l’ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, “nonostante la crisi e le turbolente vicende che ci hanno colpito negli ultimi mesi”.

Subito dopo la nomina, rispondendo alle domande dei giornalisti, il professor Gaja ha confermato la possibilita' che la Corte Internazionale di Giustizia possa pronunciarsi sul caso Battisti. “Non mi sono mai espresso in merito – ha spiegato - perche’ ho sempre pensato che avrei potuto essere coinvolto avendo ricoperto in passato il ruolo di giudice ad hoc. Sicuramente c’e’ una possibile giurisdizione della Corte, anche se subordinatamente all’attivita’ di una Commissione che sino ad ora non si e’ ancora potuta costituire. Se questa commissione non si costituisce o non produce risultati potra’ verificarsi l’ipotesi che l’Italia si rivolga all’organo Onu”. L’elezione di Gaja, gia’ giudice ad hoc della Corte e membro della Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite dal 1999, segna il ritorno dell’Italia alla Cig dopo quindici anni di assenza, e assume un significato particolare in vista di due procedimenti che la vedono coinvolta. Oltre al caso Battisti, sul tavolo c’e’ anche il procedimento che vede contrapposte Germania e Italia sulla presunta violazione da parte delle autorita’ giudiziarie del nostro paese dell’immunita’ di giurisdizione dello stato tedesco in riferimento ai crimini commessi dagli agenti del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.

Il professor Gaja ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’organo Onu dal punto di vista dell’elaborazione di regole di diritto internazionale. “Se si guarda solo alle decisioni prese dalla Cig si potrebbe pensare che il suo ruolo sia piu’ simbolico che pratico – ha detto – Ma quando la Corte si pronuncia le sue motivazioni danno l’occasione di enunciare principi di diritto internazionale che gli Stati generalmente considerano autorevoli dichiarazioni. Quindi al di la’ dell’attivita’ giurisdizionale l’impatto delle elaborazioni del diritto internazionale e’ molto consistente”.