Roma, 18 novembre 2011 - Visita pastorale in Benin per Benedetto XVI, il quale è convinto che per l'Africa "non possono funzionare solo le buone intenzioni". Sul volo che lo portava a Cotonou, infatti, il Pontefice ha ricordato che "si dicono e talvolta si fanno cose buone", ma bisogna "osare, andare oltre, dare oltre che ricevere. Facile è dire - ha aggiunto - più difficile realizzare". 

 

Nel suo primo discorso nel paese africano, il Papa ha ribadito il suo no alla "sottomissione incondizionata alle leggi del mercato o della finanza", al "nazionalismo e tribalismo esacerbato e sterile, che possono diventare micidiali", alla "politicizzazione estrema delle tensioni interreligiose a scapito del bene comune o infine alla disgregazione dei valori umani, culturali, etici e religiosi".

 

All’aeroporto di Cotonou, dove è stato accolto dal presidente Thomas Boni Yayi e dall’arcivescovo di Cotonou, Antoine Ganyé, Benedetto XVI ha invitato a non aver "paura della modernità" che però, ha aggiunto, "non deve costruirsi sull’oblio del passato", evitando "gli scogli che esistono sul continente africano". Ratzinger ha anche ricordato l' "affetto" che nutre per Africa e Benin e ha ricordato il card. Bernardin Gantin, morto nel 2008 e eroe nazionale africano, al quale tra l’altro è dedicato l’aeroporto di Cotonou. 

 

IN VOLO - Durante il volo, conversando con i giornalisti, Ratzinger ha ricordato che "il Benin è un Paese in pace", nel quale "funzionano" le istituzioni democratiche e si respira uno "spirito di libertà e responsabilità", di giustizia e di senso del "lavoro per il bene comune". Il Papa ha anche osservato che, pur in presenza di una "grande diversità di religioni, queste diverse religioni convivono nel rispetto reciproco e nella responsabilità comune per la pace, per la riconciliazione interna ed esterna. Mi sembra - ha spiegato - che questa convivenza tra le religioni e il dialogo interreligioso come fattore di pace e di liberta’ siano un aspetto importante".
In proposito, Papa Ratzinger ha anche espresso una velata critica a chi nella Chiesa Cattolica vorrebbe forme di proselitismo sul modello delle sette religiose: "Non dobbiamo imitare queste comunità, ma chiederci cosa possiamo fare noi per dare nuova vitalità alla fede cattolica". A partire, ha indicato, dall’annuncio di un "messaggio semplice, profondo, comprensibile".

 

IL SALUTO DI MONTI A FIUMICINO - A salutare il Pontefice al momento della partenza, dall’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, c'era il neo presidente del consiglio Mario Monti. Il premier ha accolto il Papa direttamente sotto la scaletta dell’elicottero arrivato dalla città del Vaticano e poi lo ha accompagnato all’aereo.