Madrid, 20 novembre 2011 - Sette anni dopo che la miopia di Aznar, nell’accusare l’Eta dell’attentato alla stazione madrilena di Atocha dell’11 marzo 2004 (e non al Qaeda), gli fece perdere 3 giornii dopo le elezioni, Mariano Rajoy si prende la rivincita.

Non solo ha trionfato sui rivali socialisti, al loro minimo storico con il 28,68 e 110 seggi (59 in meno del 2008) ma umilia il suo mentore facendo meglio di lui: 186 seggi su 350 contro i 183 conquistati da Aznar nel 2000, con il 44,58% e la garanzia della maggioranza assoluta per portare avanti il suo piano di austerity per salvare la Spagna dalla crisi in cui e’ sprofondata dal 2008.

Dopo 7 anni di zapaterismo gli spagnoli si sono stufati dell’incapacità dell’ex premier di affrontare le difficoltà, mentre erano entusiasti del suo riformismo sociale quando le cose andavano bene. Mariano Rajoy già dal 20 dicembre potrebbe appordare alla Moncloa. Nelle sue prima dichiarazioni ha chiarito che punta a “battere la crisi”, chiarendo che già a partire da domani sentira’ i presidenti di tutte le regioni per confrontarsi sulla crisi economica. Allo stesso tempo ha spiegato che non ci saranno miracoli per uscire dalle difficoltà, a partire dalla disoccupazione al 21,5%, ma con uno scatto di orgoglio ha spiegato che la Spagna dovra’ riconquistare il rispetto dell’Ue.

Cinquantasei anni, grigio quanto concreto, Rajoy deve affrontare una montagna di difficoltà. Spagnolo e galiziano, nato a Santiago di Compostela, tifoso del Real Madrid mentre Zapatero era per il Barcellona, cattolico e uomo di famiglia, nella campagna elettorale ha voluto dare una immagine di ‘forza tranquilla’ di mitterandiana memoria per dare al paese il “cambio” - obamiano prima maniera - di cui ha bisogno il Paese Rajoy ha promesso tagli “ovunque” eccettuate le pensioni, affinche’ Madrid centri l’obiettivo di un deficit del 4,4% nel 2012 dal 9,3% dello scorso anno, al 3% - pineo rispetto dei parametri di Maastricht - nel 2013. I popolari puntano a rilanciare l’economi abbassando le imposte sulle imprese con un aliquota unica del 20% per le Pmi e promettono fino a 3.000 euro di sgravi per ogni posto di lavoro creato.

Domani il risultato sarà giudicato dai mercati che venerdì avevano ripreso di mira la Spagna con uno spread superiore a 500 punti Oltre le misure economiche dovrà rassicurare non solo a parole la sinistra che teme una marcia indietrom sulle ‘conquiste’ di Zapatero. Gli omosessuali temono che rimetta in discussione la legge sui matrimoni gay. Lui ha detto che preferirebbe le ‘unioni civili’ ma non ha chiarito che cosa farà.

 

RAJOY: RILANCEREMO L'ECONOMIA - Mariano Rajoy, il neo premier spagnolo ‘in pectore’, trionfatore alle elezioni, ha annunciato che già a partire da domani sentira’ i presidenti di tutte le regioni per confrontarsi sulla crisi economica. Allo stesso tempo il leader popolare ha spiegato che non ci saranno miracoli per uscire dalle difficoltà, a partire dalla disoccupazione al 21,5%. Allo stesso tempo con uno scatto di orgoglio ha spiegato che la Spagna dovrà riconquistare il rispetto dell’Ue.

RUBALCABA SI CONGRATULA COL VINCITORE - "Abbiamo perso chiaramente queste elezioni" ha ammesso il candidato premier socialista Alfredo Rubalcaba in un intervento di 4 minuti davanti alla stampa e ai militanti nella sede del Psoe. ‘’Il Pp ha vinto ampiamente’’ ha aggiunto il leader socialista. Rubalcaba ha poi fatto sapere di avere chiamato il leader del Pp Mariano Rajoy per congratularsi con lui per la vittoria e ha detto di avere chiesto al segretario generale del Psoe - il premier uscente Jose’ Luis Zapatero - di convocare presto un Congresso ordinario.