Tripoli, 1 gennaio 2012 - La revisione dei contratti siglati da Eni con l'ex leader libico Gheddafi non riguardano il gas e il petrolio. In una nota il primo ministro libico Abdel Rahim al-Kibn rassicura, dopo le notizie che erano rimbalzate nei giorni scorsi. "Per evitare confusione - chiarisce il comunicato - vogliamo precisare che le attività oggetto di revisione riguardano i progetti di sviluppo sostenibile compresi nel memorandum d’intesa siglati da Eni e dalla Libia. Il petrolio e il gas non sono interessati". Il comunicato diffuso oggi smentisce dunque la revisione di tali contratti, specificando che riguardano soltanto progetti di "sviluppo sostenibile", e non quindi il petrolio o il gas.

Il gruppo guidato da Paolo Scaroni, presente nel paese nordafricano dal 1959, primo operatore internazionale nell'estrazione di idrocarburi - più forte anche di giganti del calibro della francese Total - dovrebbe essere quindi chiamato a rivedere alcuni punti dei contratti ma senza rischi di dover ricontrattare le condizioni del suo core business nel paese.

Tripoli ed il suo capo del governo di transizione Abdel Rahim al-Kib - precisava la nota di qualche giorno fa riferendosi ad un incontro già avuto con l'ad Paolo Scaroni - punta a intese e accordi con gli stranieri che siano "conformi agli interessi della Libia prima di essere applicati". Tutto il mondo, precisava il nuovo governo, "dovrà rispettare le scelte del popolo libico. Le compagnie straniere che lavorano in Libia dovranno provare che sono partner della Libia e non di Gheddafi e del suo regime". E anche l'Eni dovrà quindi "provare di avere un ruolo significativo nella ricostruzione delle città distrutte dalle forze di Gheddafi".