Zagabria, 22 gennaio 2012 - Nel referendum di oggi i croati si sono detti largamente a favore dell’adesione del loro Paese all’Unione europea, che diventerà effettiva il primo luglio 2013. La Croazia sarà così il 28mo Stato membro e il secondo paese ex jugoslavo, dopo la Slovenia, a entrare nell’Ue.

La Croazia è l’unico Paese europeo a maggioranza cattolica a non fare ancora parte dell’Ue. I negoziati di adesione sono durati quasi sei anni e vengono considerati tra i più lunghi e difficili finora sostenuti da un Paese candidato, per tutta una serie di criteri e metodi di valutazione più severi introdotti da Bruxelles dopo alcune esperienze negative con altri Paesi, in particolare la Bulgaria e la Romania.

Ecco le principali tappe del processo di adesione della Croazia:

- 25 giugno 1991: Zagabria dichiara l’indipendenza dalla Jugoslavia, conquistata poi in una guerra contro la Serbia durata fino al 1995.
- 15 gennaio 1992: La Comunità europea riconosce l’indipendenza della Croazia e della Slovenia.
- 3 gennaio 2000: A Zagabria arrivano al potere le forze europeiste e democratiche per le quali l’ingresso nella Ue e nella Nato diventa il principale obbiettivo strategico della nazione.
- 21 febbraio 2003: il governo di Zagabria consegna la domanda ufficiale per l’adesione.
- 17 giugno 2004: Il Consiglio europeo conferisce alla Croazia lo status di Paese candidato. L’inizio concreto dei negoziati viene però bloccato per più di un anno a causa dell’incompleta collaborazione con il Tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini commessi nella ex Jugoslavia (Tpi).
- 4 ottobre 2005: Dopo che al Tpi viene consegnato l’ultimo ricercato, il generale Ante Gotovina, condannato lo scorso anno a 24 anni di carcere per crimini di guerra, iniziano i negoziati.
- Dicembre 2008: La Slovenia (entrata nell’Ue nel 2004) mette il suo veto sul proseguimento dei negoziati di Zagabria con Bruxelles per una disputa sul confine marittimo nel nord Adriatico tra le due repubbliche ex jugoslave.
- 1 aprile 2009: La Croazia entra nella Nato.
- 11 settembre 2009: Zagabria e Lubiana, dopo pressioni da parte di Washington e con la mediazione della Commissione europea, raggiungono un accordo sul confine marittimo che prevede la sua delimitazione da parte di un collegio di arbitri internazionali, da istituirsi dopo la chiusura dei negoziati di adesione. La Slovenia ritira il suo veto.
- 30 giugno 2011: con la chiusura del più difficile capitolo negoziale (Sistema giuridico e diritti fondamentali dei cittadini), terminano i negoziati di adesione.
- 9 dicembre 2011: Firma a Bruxelles del Trattato di adesione.
- 22 gennaio 2012: In un referendum i croati si dicono largamente a favore dell’ingresso nell’Unione. Il Trattato di adesione dovrà essere ratificato da parte di tutti i Paesi membri prima della data prevista per l’ingresso a pieno titolo, il primo luglio 2013.

LA SCHEDA - Di seguito alcuni fatti e cifre sulla Croazia, che oggi va alle urne per un referendum sull’adesione all’Unione europea, che, se approvata, avverrà il prossimo anno e ne farà il 28esimo Paese della Ue.

Confini: paese dell’Europa sudorientale, la Croazia è circondata dal mar Adriatico a ovest, dalla Slovenia a nord, dall’Ungheria a nord est, dalla Serbia a sud est, da Bosnia Erzegovina e Montenegro a sud.

Superficie: 56.542 chilometri quadrati. La Croazia ha 1.185 isole lungo le sue coste, montagne al centro e pianure al nord est.

Popolazione: 4,2 milioni di abitanti, in base la censimento 2011 Capitale: Zagabria

Religione: 89,63% della popolazione è cattolica Lingua ufficiale: croato.

Storia: dominata per secoli dall’impero ottomano e dall’impero austroungarico, la Croazia nel 1919 si unisce al reame di Serbi, Croati e Sloveni. Nel 1941 nasce lo stato indipendente (NDH) filonazista, guidato da Ante Pavelic, capo degli ustascia. Nel 1945 diviene una delle repubbliche della Federazione jugoslava.

La proclamazione d’indipendenza, nel 1991, provoca la guerra contro i serbi di Croazia, sostenuti da Belgrado, che non accettano la dichiarazione. Il conflitto, costato al vita a 20.000 persone, si chiude nel 1995. Il nazionalista Franjo Tudjman guida il paese per tutta la guerra, fino alla sua morte, avvenuta nel 1999, scegliendo la strada dell’isolamento. Un mese dopo le elezioni affidano il paese a una coalizione di centro sinistra, che lo guiderà dal 2000 al 2003, e infliggono una concente sconfitta al partito nazionalista di Tudjman, l’Unione democratica croata (HDZ). Il centrista Stipe Mesic diventa presidente nel febbraio 2000 e dà al paese una prospettiva europea. Viene rieletto nel 2005. Tornato al potere nel 2003, l’HDZ viene modernizzato dal premier Ivo Sanader, che lo trasforma in una formazione conservatrice europeista.

Dopo le improvvise dimissioni, a metà 2009, di Sanader (attualmente sotto processo per corruzione) le redini del partito e del governo vengono prese da Jadranka Kosor. A dicembre scorso gli scandali giudiziari segnano la sconfitta elettorale del partito. Le elezioni sono vinte dal centrosinistra e alla guida del paese arriva il socialdemocratico Zoran Milanovic. Il suo compagno di partito Ivo Josipovic, terzo presidente croato dall’indipendenza, è stato eletto a gennaio 2010.

Forze armate: 25.000 persone.
Istituzioni politiche: Democrazia parlamentare.
Economia: In recessione quasi senza interruzioni da inizio 2009.

L’economia dovrebbe crescere dello 0,5% nel 2011, secondo al banca nazionale. Il turismo, grazie alla splendida costa adriatica, è una delle principali risorse del paese e rappresenta tra il 15 e il 20% del Pil Moneta: kuna (HRK) Pil: 45,9 miliardi di euro nel 2010, Pil pro capite 10.396 euro Reddito medio mensile: 5.397 kuna (729 euro) a settembre 2011 Tasso di disoccupazione: 17,4% (ottobre 2011) Inflazione: 1,1% nel 2010 Debito estero: 47,2 miliardi di euro, 102% del Pil (giugno 2011) Relazioni internazionali: La Croazia è entrata nella Nato nel 2009. Il 9 dicembre ha firmato il trattato di adesione al blocco dei Ventisette che viene sottoposto al voto popolare domenica. In caso di responsao positivo delle urne, entrerà nella Ue a luglio 2013.

Siti internet: www.vlada.hr (governo), www.hnb.hr (banca nazionale) Orm