WASHINGTON, 9 febbraio 2012 - Prima del colloquio con Barack Obama nella sala ovale della Casa Bianca, il presidente del Consiglio, {{WIKILINK}}Mario Monti{{/WIKILINK}}, ha incontrato a Washington lo Speaker della Camera dei Rappresentanti, John Boehmer, primo appuntamento della sua due giorni negli Stati Uniti.

Oltre allo Speaker, Monti ha incontrato, verso le 19 ora italiana, anche i leader, democratici e repubblicani, delle principali commissioni economiche e finanziarie del Congresso, e i congress men di origine italo-americana. Parlando a margine degli incontri, il premier ha sottolineato di trovare “simbolico e significativo che la mia visita a Washington abbia inizio dal Congresso”.

“Sappiamo tutti la fondamentale importanza dei parlamenti delle nostre democrazie: così come in Italia il nostro interlocutore fondamentale è il Parlamento, è giusto che questa visita iniziasse dal Congresso. Così come - ha detto ancora Monti - proverò piacere mercoledì o giovedì a rivolgermi al Parlamento europeo a Strasburgo”.


Gli Stati Uniti credono nella “svolta politico-finanziaria” dell’Italia che in questa fase può spingere tutta la Ue a dare più attenzione alla crescita “con vantaggio generale per le due sponde dell’Atlantico”, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine dell’incontro con lo Speaker della Camera John Boehner.
“Ho notato molto interesse al Congresso - ha spiegato Monti - per la svolta politico-finanziaria dell’Italia: incoraggia gli Stati Uniti che vedono nell’Italia non solo un partner storicamente vicino ma anche un Paese che in questa fase può contribuire a dare più impulso all’Unione europea per la crescita, con vantaggio generale per le due sponde dell’Atlantico”.

L'INTERVENTO AL PETERSON INSTITUTE - “Nelle prossime due settimane, con modifiche minimali, pensiamo di portare a casa” il pacchetto sulla concorrenza, ha detto Monti, nel suo intervento al Peterson Institute di Washington. cui ha assistito anche {{WIKILINK}}Sergio Marchionne{{/WIKILINK}}.

Ora, nella “fiscally compact Europe”, serve un “patto per la crescita” che punti sul rafforzamento del mercato interno: è l’obiettivo che Mario Monti individua nel suo intervento.
Un patto che incontra le maggiori resistenze, ha sottolineato il presidente del Consiglio, nei comportamenti di Francia e Germania, che “possono fare di più” al loro interno per migliorare l’integrazione economica europea.

Per questo il governo ha investito molto per tornare ai summit con Francia e Germania “ma ha investito anche di più nelle relazioni con quei Paesi” fuori dall’Eurozona, come Gran Bretagna, Danimarca e Polonia che “sono molto più rispettosi delle regole europee e possono fare pressione perchè l’Ue diventi sempre di più un’economia integrata”.

RIFORMA DEL LAVORO - Dopo gli interventi per la stabilità dei conti e per la concorrenza, “il terzo pilastro è la riforma del lavoro, sulla quale non potevamo procedere per decreto” e che ha come obiettivo quello di “ridurre la distanza tra l’Italia e alcuni paesi nordici in termini di flex security, modernizzando il sistema di protezione sociale, centrato sul singolo lavoratore e non sul singolo posto di lavoro”, continua Monti illustrando la riforma del mercato del lavoro che il governo ha in cantiere.

“Ci sono dei negoziati in corso, si concluderanno entro la fine di marzo e siamo orientati - ha spiegato il premier - nella direzione di ridurre la frammentazione del mercato del lavoro, le differenze tra chi è dentro e chi non riesce a entrare, come i giovani, e a cambiare certi meccanismi sociali” andando appunto nella direzione della flex security dei paesi del nord Europa.

 

IL SOSTEGNO AL GOVERNO - Il ‘segreto’ del sostegno di cui gode il governo nell’opinione pubblica è la equa distribuzione dei sacrifici, anche “massimizzando” il numero degli italiani scontenti, ha spiegato il premier.“C’è un meccanismo virtuoso di distribuzione del ‘dolore’, dei sacrifici: stiamo massimizzando il numero delle persone scontente - ha detto Monti - ma allo stesso tempo l’opinione pubblica sembra aver compreso che sono misure necessarie, grazie alle quali, per ragioni a me oscure, la stessa opinione pubblica continua a sostenerci”.

NO SOSTEGNO FINANZIARIO - “L’Italia non è in uno stato in cui ha bisogno di sostegno finanziario da parte della comunità internazionale, ma ha bisogno solamente di una migliore governance”, ha detto il presidente del Consiglio.