Roma, 5 marzo 2012 - I due marò del battaglione San Marco, coinvolti nella morte di due pescatori indiani, sono stati trasferiti con effetto immediato nel penitenziario di Trivandrum. Scaduto oggi il fermo cominciato il 20 febbraio, i due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno affrontato in mattinata l'udienza al tribunale di Kollam al termine della quale il giudice ha disposto l'arresto. Ma quel che più preoccupa è il clima sempre più pesante, quasi una cappa che ormai avvolge la vicenda. "Nei confronti dei due marò italiani non verrà mostrata alcuna indulgenza - promette il premier del Kerala, Oommen Chandy, al Times of India - Ci sono prove incontrovertibili".

TRATTAMENTO SPECIALE - Implicati in un incidente in mare il 15 febbraio in cui sono morti due pescatori indiani, i due marò sono stati trasferiti in custodia giudiziaria nel carcere centrale di Trivandrum, capoluogo del Kerala. Il provvedimento adottato dal giudice accoglie tuttavie la petizione che il console generale Giampaolo Cutillo ha presentato oggi a nome del governo italiano in cui si sottolinea la necessità di un trattamento speciale per i marò per motivi di status e di sicurezza personale. Disponendo la custodia giudiziaria che sarà per un periodo massimo di tre mesi, dopodiché sarà possibile chiedere la libertà provvisoria dietro cauzione, il magistrato ha lasciato alla discrezione della polizia e della Direzione generale delle prigioni la possibilità di valutare se ai due debba essere concesso un trattamento diverso da quello possibile nel carcere di Trivandrum.

DE MISTURA PUNTA I PIEDI - I militari italiani "non possono e non debbono essere detenuti in una prigione per detenuti comuni". Lo ha dichiarato oggi il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura. "Sono nell’anticamera del carcere di Trivandrum - ha indicato in una dichiarazione - e su mio rifiuto di farli entrare in cella, non sono entrati", ha specificato De Mistura che è insieme ai due marò italiani. "Non mi muovo da qui - ha aggiunto - fino a quando non avremo chiarito una situazione inaccettabile". Riguardo all’ipotesi di una detenzione dei marò in un carcere con detenuti comuni, De Mistura ha sottolineato che "in nessun Paese al mondo questo verrebbe accettato e noi non lo accettiamo". "Una cosa è seguire il processo giudiziario locale - ha proseguito - cosa che abbiamo fatto con perizie, avvocati, ma e’ ben altra cosa che nel frattempo militari italiani ed in uniforme e in missione ufficiale all’estero, per un incidente avvenuto in acque internazionale, siano messi in un centro di detenzione per delinquenti comuni".

IL MINISTRO TERZI - Il ministro degli Esteri in Cdm ha parlato della situazione riguardante i due marò arrestati in India e della sua visita a New Delhi e Kochi. "Il ministro Terzi - si legge nella nota - si è soffermato sull’impegno coordinato delle Amministrazioni coinvolte nella ricerca di ogni possibile soluzione alla vicenda dei militari Latorre e Girone, ai quali tutte le articolazioni del Governo continueranno a garantire la massima tutela ed assistenza. In particolare, Terzi ha illustrato le iniziative da lui stesso attuate durante la visita, i costanti sforzi del Sottosegretario De Mistura e delle nostre Autorità diplomatico-consolari, e l’attività del gruppo interministeriale di esperti inviati dai Dicasteri degli Esteri, Difesa e Giustizia".

LA SOLUZIONE-PONTE - Si profila una soluzione ponte per superare l’impasse della carcerazione. Un'autorevole fonte che segue il negoziato ha indicato che sarebbe stata individuata all’interno del carcere centrale di Trivandrum "una costruzione separata" dove i marò possono mantenere la divisa e disporre di un telefono". L’importante, ha insistito la fonte, è che si tratta di "una struttura autonoma" che risolve anche problemi di sicurezza. Questo, si è infine appreso, dovrebbe essere realizzato "per un paio di giorni", fino a quando si potrà allestire un’altra struttura, come il 'police club' di Kollam dove i due militari sono stati fino ad oggi, a cui attribuire giuridicamente il carattere di prigione.

FOCUS MEDIATICO -  Una piccola folla di curiosi ha seguito l'uscita di Latorre e Girone dal Police Club di Kollam che si dirigevano verso il tribunale cittadino. Qui i marò hanno affrontato un folto gruppo di giornalisti, fotografi e cameramen che li ha accompagnati fino all'ingresso dell'aula. Dopo che i legali degli italiani e il procuratore hanno esposto le loro ragioni, il giudice si è ritirato per un'ora in camera di consiglio, emettendo quindi l'ordine di trasferimento immediato a Trivandrum.

NOTA DELLA FARNESINA - Il Governo italiano esprime ''vivissima preoccupazione'' per le decisioni dei giudici indiani e ritiene ''inaccettabili'' le misure adottate nei loro confronti. Su indicazione del Ministro degli Esteri, Giulio Terzi - si legge nella nota diffusa dalla Farnesina - il Segretario Generale della Farnesina, Giampiero Massolo, ha espresso oggi all'Incaricato d'Affari indiano a Roma Saurabh Kumar la vivissima preoccupazione del Governo italiano per la decisione del tribunale di Kollam di trasferire il Maresciallo Massimiliano Latorre e il Sergente Salvatore Girone in custodia giudiziaria nel carcere di Trivandrum con effetto immediato.  Nel definire inaccettabili tali misure in considerazione dello status dei nostri due militari e nel sottolineare l'estrema sensibilità della questione per le Autorità italiane, per le famiglie e per l'opinione pubblica e parlamentare italiana - prosegue la nota -, l'ambasciatore Massolo ha ribadito la ferma richiesta che ogni sforzo venga fatto per reperire prontamente per i nostri militari strutture e condizioni di permanenza idonee".

NESSUN INCONTRO - Nel frattempo la famiglia di uno dei pescatori morti ha fatto sapere di non essere interessata a incontrare il sottosegretario Staffan de Mistura, da oltre due settimane sul posto. "Ne abbiamo parlato con la parrocchia e stabilito che un incontro potrebbe essere controproducente", ha detto il figlio maggiore di uno dei due, Gelastine.
 

AIUTI ALLE FAMIGLIE - Staffan de Mistura ha rinunciato sia a questa visita sia a quella in una chiesa a causa del clima ostile della gente. "Gli italiani capiscono i sentimenti dei familiari delle vittime", ha sottolineato il sottosegretario e ha aggiunto che "il governo italiano non lascerà soli" i familiari delle vittime. De Mistura sabato ha incontrato i marò trovandoli in buone condizioni di spirito: "Sono sereni, determinati e in buone condizioni".

PROCESSO GIUSTO? - Nelle prossime ore, tra oggi e domani, dovrebbe anche concludersi la perizia balistica cui assistono anche i due esperti del Ros arrivati dall'Italia. De Mistura si è detto soddisfatto della loro presenza, anche se solo come 'osservatori silenziosi': "Sono lì con la capacità di osservazione e la possibilita' di verificare che tutto ciò che accade sia trasparente", ha spiegato il diplomatico. Secondo De Mistura, la magistratura indiana è "indipendente e onesta" e per questo si attende "un processo giusto". Per ora gli indicatori non sono così nitidamnente convergenti.