Le abbiamo bevute iniziando da bambini e abbiamo continuato a farlo per tutta la vita. Adesso un gruppo di scienziati ha scoperto che una sostanza contenuta nel caramello usato nella Coca Cola e nella Pepsi che si chiama «4-MEI» può essere potenzialmente cancerogeno. Naturalmente tutto dipende dalla quantità nelle lattine, e quella presente (per quanto bassissima) viene giudicata troppo elevata. Così lo stato della California ha disposto che i consumatori debbano vedere bello chiaro stampato sulla lattina il «rischio mortale», ma i colossi delle bibite gassate non sono affatto dell’idea, anche se avvertimenti come «il fumo uccide» appiccato sui pacchetti hanno solo contribuito all’aumento delle sigarette.

L'idea degli strateghi che gestiscono l’impero della Coca è ancora più semplice: hanno chiesto ai produttori di caramello di abbassare l’uso del «4-MEI» appena sotto il livello obbligatorio della segnalazione e sono convinti che tutto vada liscio. Sostengono che non c’è alcuna alterazione nel gusto mentre gli esperti confermano che la bibita «regolamentare» adesso è diventata più chiara. Una rivoluzione piccola piccola che riguarda solo il mercato americano.

Toccare la formula della Coca Coca può avere effetti pesanti, se è vero che qualche decennio il più grande manager nella storia della bibita-mito (anziano e ormai pensionato) diede il suo consenso alla modifica delle miscele, ma morì di crepacuore alcuni giorni dopo. Dispute e polemiche sono destinate a durare a lungo anche perché, per avere gli stessi effetti cancerogeni riscontrati sui topi in laboratorio, un essere umano dovrebbe bere mille lattine al giorno per anni. Anche se la Food and drug administration sta esaminando molte istanze dei consumatori per bandire l’uso del caramello colorante a base di ammoniaca-solfiti, Coca e Pepsi che controllano saldamente oltre il 90 per cento del mercato Usa non rinunceranno facilmente a una delle sostanze che ha segnato le loro stratosferiche ricchezze. Per ora insomma la formula segreta è solo meno marrone, ma non meno segreta.

Giampaolo Pioli