Kandahar, 11 marzo 2012 - E’ di 15 civili uccisi il bilancio della strage compiuta da un soldato americano in preda a un raptus nella provincia di Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. Lo sostengono due anziani dei villaggi attaccati dal militare, che ha sparato casa per casa.

Il bilancio non è ancora stato confermato dall’Isaf che finora ha soltanto dato notizia di “un incidente che ha causato vittime civili”.

Dopo la strage il militare è rientrato e si è consegnato ai suoi commilitoni che lo hanno arrestato.

La strage rischia di creare nuove tensioni fra la popolazione locale e le truppe straniere, dopo il rogo dei Corani nella base Usa di Bagram che scatenò proteste in tutto il Paese.

Alla notizia della strage una folla minacciosa si è radunata attorno alla base americana e l’ambasciata Usa ha già raccomandato ai propri cittadini di evitare viaggi nella zona.

Dalle prime ricostruzioni sembra che il soldato americano sia uscito a notte fonda (le 3 del mattino) da una base nel distretto di Panjwayi e abbia vagato nei vicini villaggi di Alokozai e Garrambad sparando ai civili, comprese donne e bambini. Il militare era apparentemente in preda a un raptus, forse dovuto a un esaurimento nervoso.

L’Isaf ha un comunicato ha espresso cordoglio per le vittime di quello che ha definito come un fatto “profondamente deplorevole”, ma senza fornire un bilancio, e ha promesso un’inchiesta congiunta dei militari Usa e delle autorità afghane.