Kabul, 9 marzo 2012 - La strage messa in atto in Afghanistan dal marine 'impazzito' che si è messo a sparare tra i civili, uccidendo 16 persone, non ha mancato di suscitare l'indignata reazione del presidente afghano {{WIKILINK}}Hamid Karzai{{/WIKILINK}}, che ha parlato di "omicidi intenzionali" e ha chiesto alla Nato di fornire spiegazioni.

Oltretutto la ricostruzione dell'incredibile attacco di follia non è ancora chiara, visto che alcuni testimoni parlano non di un unico marine impazzito ma di un gruppo di soldati ubriachi che sparavano all'impazzata casa per casa. Ci sono "nove bambini e tre donne" tra le vittime del folle gesto del soldato americano a Kandahar, ha sottolineato Karzai, condannando l’imperdonabile gesto: "Quando afghani vengono deliberatamente uccisi dalle forze americane, si tratta di azioni di omicidio e terrore, azioni imperdonabili".

I CORPI DAVANTI ALLA BASE MILITARE - I cadaveri dei civili uccisi in due villaggi afghani dalla furia omicida del militare americano sono stati raccolti dai vicini e portati a una locale base americana in segno di protesta, stando a quanto scrive il New York Times, citando fonti locali. Le stesse fonti dicono che su alcuni dei cadaveri sono ben visibili segni di bruciatura, ustioni. Un particolare, uest’ultimo che coincide con quanto raccontato da un cronista dell’Afp, che ha visto i corpi distesi nelle case, ha parlato di persone "uccise e bruciate".

LA REAZIONE USA - "uesto incidente ètragico e scioccante, e non rappresenta l’eccezionale carattere del nostro esercito e del rispetto che gli Usa hanno nei confronti del popolo afghano’’. Lo scrive Barack Obama nel suo primo commento alla tragedia di Kandahar. Poco prima la Casa Bianca aveva fatto sapere di essere "profondamente preoccupata" per le possibili ripercussioni del gesto di follia. Uno dei portavoce della presidenza sa aveva spiegato che "Barack Obama è stato informato" e viene costantemente "tenuto al corrente" della situazione.

Secondo il governo americano non ci sono altri soldati della coalizione internazionale coinvolti nell’espisodio. Il generale John Allen, comandante delle forze americane e della Nato in Afghanistan, ha chiamato il presidente Karzai per parlare della tragedia.

Allen ha assicurato che tutte le persone responsabili del massacro di sedici civili afgani dovranno rispondere "pienamente dei loro atti", promettendo una "inchiesta rapida e approfondita". "Sono determinato a fare in modo che ogni persona la cui responsabilità sarà accertata risponda per i suoi atti", ha detto il generale Allen in un comunicato. L’ufficiale si è impegnato "con il popolo afgano affinché sia svolta una inchiesta rapida e approfondita".

Il governo americano ha espresso le "più sentite condoglianze" ai familiari delle vittime del folle gesto di un soldato Usa in Afghanistan. Lo ha riferito il portavoce del Dipartimento di Stato, sottolineando il "dolore per questo atto di violenza contro gli amici afghani". "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per le famiglie", ha concluso il portavoce.

IL RACCONTO DEI TESTIMONI - Haji Samad, abitante di uno dei due villaggi afghani del massacro, ha raccontato che undici membri della sua famiglia, fra cui figli e nipotini, sono stati uccisi all’interno della sua casa da quelli che descrive come "soldati ubriachi che sparavano all’impazzata".

Lui al momento del massacro, in piena notte, era fuori casa. La tv ha mostrato immagini dell’intern della casa con sangue dappertutto. I soldati "hanno versato liquido infiammabile sui corpi e tentato di dare loro fuoco", ha raccontato Samad in lacrime.