Tolosa, 22 marzo 2012 - Sono passate più di 30 ore dall’inizio di quello che avrebbe dovuto essere un blitz per la cattura di Mohamed Merah, il presunto autore dei sette omicidi compiuti a Tolosa e Montauban.

In un tourbillon continuo di informazioni si sa

 

E invece le teste di cuoio francesi sono ancora impegnate in un’operazione resa più lunga e complicata del previsto dalla richiesta del presidente Nicolas Sarkozy di catturare “vivo” il sospetto. Nella notte i militari hanno provocato tre diverse esplosioni a scopo intimidatorio, dopo che sembra essere fallito il tentativo di mediazione avviato ieri.

In mattinata altre tre forti esplosioni ci sono state davanti all'appartamento dove si è trincerato il killer. Gli uomini del Raid sarebbero entrati nell'appartamento di Merah. Lo hanno rivelato fonti della polizia citate da France 3 Midi-Pyre'ne'es.

 

POTREBBE ESSERSI UCCISO - Non è sicuro che sia ancora vivo Mohammed Merah: lo ha dichiarato il ministro dell’Interno francese, Claude Gueant, il quale fin dall’inizio ha coordinato sul posto le operazioni delle teste di cuoio della polizia. Secondo Gueant, il presunto killer aveva tra l’altro affermato di “voler morire con le armi in mano”.

Durante la notte non c’è stato alcun contatto, alcun movimento”, ha riferito il ministro. “Si sta contemplando ogni ipotesi. Noi abbiamo una priorità - ha ribadito - prenderlo vivo cosi’ che possa arrendersi per affrontare la giustizia. Speriamo sia ancora vivo”. E' comunque “molto strano” il fatto che “non abbia reagito” in occasione delle esplosioni e delle raffiche con cui per tutta la notte, a intervalli regolari, le forze speciali hanno cercato di intimidire il supposto pluri-omicida per indurlo a cedere.

“Abbiamo anche sentito due spari”, ha proseguito Gueant, “ma non sappiamo di che cosa si trattasse. A dispetto dei nostri sforzi, che per l’intera notte abbiamo raddoppiato nell’intento di ristabilire i contatti, a voce e via radio”, ha ripetuto, “contatti non ce ne sono stati ne’ lui si e’ piu’ fatto vedere”.

Il ministro dell’Interno ha ricordato che dapprima il killer aveva annunciato la resa per le 22,45 di ieri ma poi, quando era stato sentito all’ora stabilita, “era ormai entrato in un’altra logica, e diceva di voler morire con le armi in pugno”. In giornata si era anche sparsa la voce che a ordinare di prendere vito Merah, bloccando un blitz all’interno dell’appartamento ove si è barricato, fosse stato il presidente Nicolas Sarkozy in persona.

ESPLOSIONI NELLA NOTTE - Le deflagrazioni hanno provocato lo sfondamento di porte e finestre dell’appartamento di Tolosa in cui si è rifugiato Merah, oltre a una grande breccia in un muro. Ma il presunto killer continua a nascondersi e, nonostante un cauto ottimismo degli agenti, insiste nel dire che non intende arrendersi.

Fonti vicine all’inchiesta hanno comunque smentito che le esplosioni siano la premessa a un assalto finale delle teste di cuoio. “Speriamo di evitare l’assalto perché vogliamo prendere Merah vivo in modo che sia processato”, ha confermato ieri il ministro dell’Interno Claude Guéant.

Nella notte, intanto, l’illuminazione pubblica del quartiere in cui Merah si è asserragliato è stata spenta. Il quartiere è piombato nel buio attorno alle 21 e i giornalisti sono stati tenuti a distanza, pur riuscendo a vedere la facciata del palazzo di Merah.

"HO MESSO LA FRANCIA IN GINOCCHIO" - Il giovane è l’autore presunto di sette omicidi: tre militari di origini maghrebina, un insegnante e tre bambini ebrei. Progettava di uccidere ancora, in particolare due agenti di polizia di Tolosa, ha aggiunto il procuratore.
Nelle lunghe trattative con la polizia, Merah “non ha espresso alcun dispiacere”, se non quello di “non essere riuscito a provocare un numero più alto di vittime” e si è vantato di “aver messo la Francia in ginocchio”.

E’ stato grazie al computer e ai collegamenti internet del fratello che gli inquirenti francesi sono riusciti a risalire all’indirizzo del giovane franco algerino.