Bhubaneswar (India), 26 marzo 2012 - Sul caso di {{WIKILINK}}Paolo Bosusco{{/WIKILINK}}, l'italiano tuttora in mano ai maoisti indiani, il mediatore sembra ottimista: “Mi son fatto giurare dai maoisti che a Paolo Bosusco non venga fatto del male. Spero che venga liberato presto”.

Ad assicurarlo, ai microfoni di Tgcom24, è Kishalay Bhattacharjee, il giornalista della tv indiana NDTV che sta mediando con i ribelli che tengono ancora in ostaggio l’italiano e un deputato dello stato federato dell’Orissa. “Paolo è molto testardo e siccome ha rifiutato di prendere le medicine anti malaria, che in queste giungle sono obbligatorie, si è ammalato. Adesso i ribelli lo stanno curando e sta bene”, ha detto Bhattacharjee.
 

LE CONDIZIONI PER IL RILASCIO - Paolo Bosusco sarà liberato se il governo dell’Orissa accoglierà almeno due delle richieste dei maoisti: lo ha detto il leader del movimento guerrigliero, Sabyasachi Panda, che ha incontrato i giornalisti dopo la liberazione di Claudio Colangelo. Panda, che ha anche chiesto ai negoziatori del movimento di riprendere la trattativa con il governo, ha ammesso che c’è una spaccatura tra i maoisti e ha criticato la fronda interna.

"Abbiamo rilasciato uno dei due italiani per ragioni umanitarie: tuttavia non possiamo lasciare l’altro se non ci rendiamo conto che il governo dello Stato sta prendendo sul serio le nostre richieste". Il leader dei maoisti ha garantito che i suoi uomini non imbracceranno le armi o compiranno alcun tipo di violenza fino a quando i negoziati non saranno terminati; tuttavia ha aggiunto di non poter dare garanzie sulle attività degli altri gruppi attivi nello Stato.

Panda ha ricordato che ai due italiani sono stati dati "cibo, carte da gioco e scacchi", a testimonianza che "i maoisti non sono disumani, come pensa il governo"; ma ha ribadito che i suoi uomini non accettano l’idea della "globalizzazione" della cultura: "durante la permanenza nel nostro campo, gli italiani hanno detto che non si pentivano di aver scattato foto delle nostre donne seminude, ma questa non è la nostra idea; gli ostaggi ci hanno detto durante la loro permanenza nella giungla che non avrebbero problemi se un indiano scattasse foto di donne italiane seminude in Italia. Ma noi non siamo d’accordo con questa idea degli italiani".

IL RACCONTO DI COLANGELO - Intanto l'amico liberato racconta che Paolo Bosusco, nei lunghi giorni trascorsi nella foresta, ha giocato a scacchi con il comandante Sabyasachi Panda, "ma quest’ultimo cercava di imbrogliare con le regole perché perdeva spesso". 

"Il tempo non passava mai - ha spiegato Claudio Colangelo - e i guerriglieri hanno cercato dI facilitarci le cose dandoci carte o scacchi per distrarci". "Io so appena come si muovono i pezzi - ha aggiunto - mentre Paolo sa giocare bene. In una partita con il comandante Panda, questo ha cercato di imbrogliare perche’ stava perdendo".
Ad una domanda sul suo ritorno in Italia, Colangelo ha detto: "Non lo so e se lo sapessi vi direi una data sbagliata perche’ non voglio tanta gente all’aeroporto".