Bamako, 5 aprile 2012 - I tuareg del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla) hanno annunciato la fine delle operazioni militari nel nord del Mali, rispondendo alla richiesta dell’Onu di far cessare le ostilità.

In un comunicato firmato dal segretario generale Bilal Ag Acheri si afferma che “dopo la completa liberazione del territorio Azawad e alla luce della forte richiesta della comunità internazionale”, il gruppo indipendentista Mnla “ha deciso unilateralmente di dichiarare la fine delle operazioni militari dalla mezzanotte di giovedì”.

Il movimento ha quindi chiesto ai Paesi della regione e alla comunità internazionale di “garantire alla popolazione Azawad di vivere libera da ogni aggressione da parte del Mali”. L’Azawad è una regione abitata dai tuareg che copre un’area che si estende nel nord del Mali, ma anche nei vicini Niger e Algeria. I tuareg, sostenuti dagli islamici, hanno conquistato la scorsa settimana le tre principali città del nord del Mali: Gao, Kidal e Timbuctù.

Ieri, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha chiesto “la fine immediata delle ostilità”, nel nord del Mali, invitando i ribelli “a fermare le violenze e a cercare una soluzione pacifica attraverso il dialogo politico”.

 

AL QAEDA: NOI NON CI FERMIAMO  - “Allargheremo le attività del nostro gruppo a tutta la regione del Sahel”. E’ quanto ha promesso Adnan Abu Walid, esponente del Gruppo Monoteismo e Jihad in Africa Occidentale (Jama’a Tawhid wa al-Jihad fi Gharb Afriqiya) intervistato dalla tv araba ‘al-Jazeera’. “Non abbiamo intenzione di fermarci al nord del Mali - ha spiegato all’inviato Fadel Abdel Razzaq - ma intendiamo proseguire le nostre operazioni jihadiste anche nel resto della regione”.


Gli esponenti del gruppo islamico, noto per essere nato da una scissione di al-Qaeda nel Maghreb islamico e per aver rivendicato il sequestro dell’italiana Rossella Urru, hanno tenuto ieri una riunione con i capi dei ribelli Tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) a Gao per l’amministrazione della città, dove ieri si sono registrati numerosi episodi di razzie e furti ai danni della popolazione.

 

IL LEADER GOLPISTA: AIUTATECI CONTRO GLI ISLAMICI  - Il capitano Amadou Sanogo, leader della giunta golpista del Mali, ha chiesto all’Occidente di intervenire militarmente nel nord del Mali contro i gruppi islamici. In un’intervista rilasciata ai quotidiani francesi Liberation e le Monde, il capitano ha dichiarato: “Se le grandi potenze sono state capaci di attraversare gli oceani per contrastare queste strutture integraliste in Afghanistan, che cosa impedisce loro di venire da noi? Il nemico è noto e non è a Bamako. Se una forza deve intervenire, serve che lo faccia nel Nord”.


“A Bamako la vita va avanti, l’amministrazione lavora, la gente gestisce i propri affari, il nostro comitato è rispettato - ha aggiunto - non c’è alcuna urgenza a Bamako. L’urgenza è nel nord”. Approfittando del golpe militare contro il Presidente Amadou Toumani Touré, ribelli tuareg e gruppi islamici hanno preso il controllo delle tre principali città del nord del Mali: Kidal, Gao e Timbuctù. Oggi i tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) hanno annunciato la fine delle loro operazioni militari, ma Sanogo non fa distinzioni tra i gruppi armati: “Continuano a seminare terrore, non li distingui. Per il resto, le porte del dialogo sono aperte, ma l’integrità del territorio maliano non è negoziabile”.


“La situazione è critica da tempo. E’ la ragione per cui abbiamo rovesciato il governo - ha concluso - ci sono stati tradimenti, l’esercito è stato abbandonato di fronte alla rivolta tuareg. Oggi, questa non è più una semplice rivolta, sono gruppi islamisti che si stanno insediando nel nord del paese. E se si lascia il Mali ad affrontare da solo questo problema, l’Africa e il mondo ne pagheranno le conseguenze”.