Madrid, 17 aprile 2012 - La reazione di Madrid all’annuncio del presidente argentino Cristina Fernandez di espropriare il 51% di YPF, la principale compagnia petrolifera del paese, attualmente controllata dalla spagnola Repsol, non si è fatta attendere.

La decisione di Buenos Aires “rompe il clima di amicizia” tra la Spagna e l’Argentina, ha affermato il capo della diplomazia spagnola, José Manuel Garcia Margallo, al termine di una riunione di crisi con il capo del governo conservatore spagnolo, Mariano Rajoy. “Si tratta di una decisione ostile contro Repsol, quindi contro un’impresa spagnola, quindi contro la Spagna”, ha affermato dal canto suo il ministro dell’Industria, José Manuel Soria. Madrid ha promesso misure “appropriate, chiare e forti”.

Da Brasilia, il segretario di stato americano Hillary Clinton ha reagito dichiarando che “questa decisione sarà molto discussa e a ragione”. “Un mercato aperto dell’energia e delle infrastrutture è il miglior modello di accesso al mercato e questo vale per il mondo intero”, ha affermato Clinton.

Repsol YPF è l’azienda leader sul mercato dei combustibili in Argentina. La sua filiale argentina YPF, privatizzata negli anni Novanta, controlla il 52% delle capacità di raffinazione del paese e dispone di una rete di 1.600 distributori di benzina.

“Delle azioni che la compagnia YPF soggette a espropriazione il 51% apparterrà allo Stato e il restate 49% sarà distribuito tra le province produttrici”, precisa il testo presentato ieri al Congresso argentino.

CONVOVCATO L'AMBASCIATORE ARGENTINO IN SPAGNA - Il ministero degli Esteri spagnolo ha convocato per questo martedì l’ambasciatore di Argentina in Spagna, Carlos Bettini, dopo l’annuncio del governo di Buenos Aires di voler nazionalizzare l’azienda petrolifera YPF, filiale della spagnola Repsol.

Il ministro José Manuel Garcia-Margallo “riceverà Bettini al Palacio de Santa Cruz” per discutere della decisione di Cristina Fernandez Kirchner di presentare al COngresso una legge per nazionalizzare il 51% della filiale di Repsol. Già venerdì scorso vi era stato un incontro fra il ministro e il diplomatico argentino, ricorda il quoatidiano El Mundo.

CROLLA IL TITOLO IN BORSA - Crolla alla Borsa di Madrid il gigante petrolifero Repsol dopo che ieri l’Argentina, in aperto conflitto con la Spagna, ha annunciato la parziale nazionalizzazione della controllata locale YPF. Alle prime battute il titolo Repsol è arrivato a cedere oltre l’8 per cento, trainando al ribasso l’indice generale Ibex 35. Successivamente la caduta si riduce in parte ad un meno 5,38 per cento a 16,54 euro. Ancora peggio è andata per la parte di capitale quotata proprio in Argentina: alla Borsa di Buenos Aires ieri il titolo ha chiuso in caduta del 9,45 per cento.

Ieri la presidentessa argentina Cristina Kirchner ha deciso di espropriare unilateralmente parte del capitale controllato da Repsol in YPF: se finora il gruppo ne deteneva il 57,4 per cento, adesso lo Stato argentino controllerà la maggioranza del capitale con un 51 per cento. Una misure definita “illegale” da Madrid che stamane ha anche promesso rappresaglie, mentre Repsol ha annunciato una richiesta di arbitrato internazionale per ottenere un risarcimento danni.

BARROSO DELUSO DALL'ARGENTINA - Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso si è detto “profondamente deluso” per la parziale nazionalizzazione da parte dell’Argentina di Ypf, la controllata locale del gruppo petrolifero spagnolo Repsol. Barroso ha espresso il suo biasimo durante una conferenza stampa a Bruxeklles.