Trivandrum (Kerala), 18 maggio 2012 - E’ stata formalizzata l’accusa per omicidio nei confronti dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, agli arresti in India. Lo scrive il sito on-line Zee News.

Il team inquirente, guidato dal commissario di polizia di Kochi, MR Ajith Kumar, ha depositato il dossier con i capi d’accusa nei confronti dei due militari italiani, arrestati il 20 febbraio scorso dopo la morte di due pescatori indiani, Ajesk Binki e Gelastine, scambiati per pirati.

Nell’atto di accusa ci sarebbe anche l’esatta localizzazione del luogo dell’incidente, ovvero all’interno delle 22 miglia dalla costa e quindi nella fascia contigua che consente a uno Stato diritto di controllo sulle navi in transito.

La formalizzazione è arrivata alla vigilia della scadenza dei 90 giorni dall’arresto, avvenuto il 20 febbraio, che la legge indiana fissa come termine massimo per la presentazione al magistrato dell’atto d’accusa. Il rapporto dello Special Investigation Team (Sit) consta, secondo l’emittente IBNlive, di circa 150 documenti, tra cui l’esame balistico delle armi rinvenute a bordo del mercantile che confermerebbe che si tratta di quelle con cui furono uccisi i due pescatori.

Il dossier indica in Latorre, comandante del team di sei marò a bordo della Enrica Lexie, il principale accusato, mentre Girone è il secondo imputato. Il Sit invoca tre articoli del codice penale (oltre al 302, omicidio, il 307, tentato omicidio, e il 427, danni arrecati), il tutto in associazione tra gli imputati.

Viene inoltre invocato il Sua Act, una convenzione internazionale del 1988 sul terrorismo marittimo, per giustificare la giurisdizione indiana sul caso. Sulla giurisdizione, che l’Italia continua a rivendicare, si dovrà pronunciare presto la Corte suprema indiana. Il processo, aggiunge ancora l’emittente, dovrebbe iniziare nell’ultima settimana di maggio, e l’accusa essere rappresentata dal procuratore speciale, G. Mohanra.

ROMA RICHIAMA L'AMBASCIATORE - Alla luce degli sviluppi della situazione in Kerala e dei capi di imputazione, l’ambasciatore a New Delhi, Giacomo Sanfelice, è stato richiamato a Roma per consultazioni con il governo. Lo riferisce la Farnesina in una nota.