Nuova Delhi,  22 maggio 2012 - Presentata una nuova richiesta di libertà su cauzione per i marò italiani detenuti in India. I legali di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere nel sud del Paese con l’accusa di omicidio, hanno formalizzato la richiesta all'Alta Corte di Kerala. Lo riferisce una fonte della delegazione italiana che segue la vicenda.

La notizia giunge nel giorno in cui il governo centrale indiano, per voce del ministro degli Esteri Krishna, ha ribadito di  non poter "interferire" con il processo. Krishna ha anche aggiunto "non ci sono pressioni" da parte dell’Italia a questo proposito. "C’è un procedimento giudiziario in corso - ha detto il ministro indiano - e il governo dell’India non può intervenire".

BRACCIO DI FERRO ROMA-NUOVA DELHI - Nel frattempo, continua il braccio di ferro tra Roma e Nuova Delhi. La settimana scorsa la Farnesina ha convocato l’ambasciatore indiano a Roma Debabrata Saha e richiamato in Italia l’ambasciatore italiano Giacomo Sanfelice per "consultazioni", ora la stampa estera riferisce che, in quegli stessi giorni, il premier italiano Mario Monti avrebbe telefonato al suo omologo indiano Manmohan Singh.

Durante il colloquio, Monti avrebbe espresso le preoccupazioni di Roma sui ritardi nel trovare una sistemazione alternativa al carcere di Trivandrum dove Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono rinchiusi da circa tre mesi.  A precisa domanda dei giornalisti, che chiedevano conferme sulle presunte pressioni italiane, Krishna ha risposto: ‘’assolutamente no’’.