Kabul, 25 maggio 2012 - Il presidente francese Francois Hollande è arrivato a sorpresa in Afghanistan per spiegare direttamente alle truppe il suo progetto di ritiro delle forze combattenti entro il 2012. Accompagnato dai ministri della Difesa e gli Esteri, Jean Yves Le Drian e Laurent Fabius, oltre che dal capo di Stato maggiore, ammiraglio Edouard Guillaud e dal capo di stato maggiore presso la presidenza, generale Benoit Puga, Hollande avrà un incontro anche con il presidente afghano Hamid Karzai. Lo riferiscono i media francesi.

Il ritiro anticipato dall’Afghanistan è una delle promesse elettorali di Hollande, che ne ha parlato con gli alleati al vertice Nato di Chicago. L’intesa che è stata raggiunta prevede un ritiro di tutte le truppe combattenti francesi entro il 2012, mentre rimarranno reparti di istruttori per la polizia e l’esercito afghano.

Hollande, che rimarrà soltanto sei ore in Afghanistan, renderà anche omaggio agli 83 soldati francesi rimasti uccisi in questo Paese. Attualmente vi sono 3500 militari francesi in Adghanistan, la maggior parte dei quali di stanza nell’instabile provincia nord orientale di Kapisa, non lontano da Kabul.

Quella di ritirare le truppe combattenti francesi entro al fine del 2012 è “una decisione sovrana” che anche il presidente degli Stati uniti “ha capito”.

E’ quanto ha detto il nuovo inquilino dell’Eliseo, François Hollande. “E’ una decisione sovrana. Solo la Francia può impegnare la Francia. Il ritiro sarà messo in pratica d’intesa con i nostri alleati, in particolare il presidente Obama, che ne comprende le ragioni, e in concertazione con le autorità afgane”, ha spiegato Hollande parlando alla truppa presso la Base di Nijrab, a Kapisa.

“La minaccia terroristica che riguarda il nostro territorio come quello dei nostri alleati, e che proviene dall’Afghanistan, senza essere completamente scomparsa, è stata in parte cancellata”, ha sottolineato il presidente francese. “La Francia mantiene i suoi legami con questo paese. Proseguiremo i nostri progetti di sviluppo” a Kapisa e Surobi, due territori la cui sicurezza è da tempo sotto il controllo dell’esercito francese, ha osservato ancora Hollande.

Il presidente, in ogni caso, ha ricordato che “non spetta agli alleati definire il futuro dell’Afghanistan” ma “agli afgani stessi, che devono intraprendere il cammino che sceglieranno liberamente”.