Londra, 26 maggio 2012 - Le vittime dei bombardamenti su Hula sono 92 di cui oltre 32 bambini. Lo ha dichiarato il capo della missione degli osservatori Onu, recatosi sul posto dopo le denuncedegli attivisti anti-Assad, sottolineando che ad operare la strage sono state le truppe di Assad: "Gli osservatori hanno confermato l'uso di proiettili di artiglieria sparati da carrarmati". 

A riferire del tragico bilancio il generale, Robert Mood, alla guida della missione degli osservatori Onu. "Questa mattina gli osservatori civili e militari Onu sono andati a Hula dove hanno contato oltre 32 bambini e 60 adulti uccisi", si legge nella dichiarazione rilasciata da Mood, che ha definito il massacro "una tragedia brutale" e ha nuovamente avvertito che se la violenza non cessera', la Siria scivolera' nella guerra civile. Status in cui secondo molti il Paese si trova da tempo.

"Molti residenti sono fuggiti dal villaggio di Taldu, a Hula”, ha confermato l’Osservatorio siriano sui diritti umani, che ha sede a Londra.

Dura la condanna dell'Italia. Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi ha condannato con fermezza l'esecrabile strage di civili condotta dalle forze di sicurezza siriane ad Houla, tornando a chiedere l'immediata applicazione del piano di pace previsto dalla risoluzione 2043 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, a cominciare dall'assoluta cessazione delle violenze e dal libero ingresso in Siria delle organizzazioni umanitarie per fornire assistenza alla popolazione vittima della repressione: è quanto si legge in una nota della Farnesina.

"Il nostro Paese guarda con forte attenzione alla prossima riunione del Consilgio di Sicurezza in cui l'inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Kofi Annan, riferirà sugli sviluppi della situazione e alla convocazione del Gruppo degli Amici della Siria che è opportuno torni presto a riunirsi, perché in tali sedi venga compiuta un'accurata valutazione degli sforzi di pace e siano formulate ulteriori indicazioni sulla strada da percorrere per porre tempestivamente termine ad una situazione che la comunità internazionale non può più accettare", conclude il comunicato.