Mosca, 28 maggio 2012 - L’inviato dell’Onu e della Lega araba, Kofi Annan, arrivato a Damasco per colloqui con il presidente siriano Bashar al Assad e rappresentanti dell’opposizione, si è detto "inorridito" per il massacro di Hula, in cui sono rimasti uccisi un centinaio di persone, di cui una cinquantina bambini. "Sono personalmente scioccato e inorridito per gli avvenimenti tragici di due giorni fa", ha dichiarato alla stampa Annan al suo arrivo a Damasco, riferendosi al massacro effettuato a Hula, città del centro della Siria. “E’ stato un atto ripugante, con conseguenze profonde”, ha aggiunto, affermando che l’Onu continuerà “a indagare sugli attacchi di Hula”.

"Prevedo di avere discussioni serie e franche" con il presidente Assad, ha spiegato Annan, aggiungendo di voler parlare con "gli altri attori" durante il suo soggiorno nella capitale siriana. L’inviato internazionale deve incontrare "dei rappresentanti dell’opposizione e della società civile", e il generale Robert Mood, capo della missione degli osservatori in Siria, ha indicato Ahmad Fawzi, suo portavoce.

LA DIFESA DEL REGIME - La strage di Hula è colpa di militanti islamici: è invece l’autodifesa del regime di Damasco contenuta in una lettera del ministro degli Esteri del regime Muallem inviata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il ministero degli Esteri ha negato che, come sostenuto dall’Onu e da testimoni, ci fossero carri armati nella zona. E nella lettera al Consiglio di Sicurezza, diffusa dai media ufficiali, ha dichiarato che l’esercito siriano si trovava "in una situazione di autodifesa contro gruppi terroristi armati" composti da centinaia di uomini che, ha sostenuto, hanno commesso il massacro. Secondo il ministero, i killer hanno usato coltelli, che sono una sorta di ‘firma’ degli attacchi dei militanti islamici.

RUSSIA Per Mosca "entrambe le parti", sia l’esercito di Assad che l’opposizione siriana, hanno responsabilità sul massacro di Houla nella Siria centrale. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, accogliendo il suo omologo britannico William Hague. "Siamo chiaramente davanti a una situazione che ha visto partecipare entrambe le parti", ha detto Lavrov dopo i colloqui, dove si è anche detto allarmato per l’applicazione insoddisfacente del Piano Annan per la Siria.

La Russia ha appoggiato la condanna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite delle uccisioni di civili nella città siriana di Houla dove hanno perso la vita 116 persone, tra cui 32 bambini. Tuttavia il primo vice rappresentante di Mosca all’Onu Alexander Pankin ha detto che "non era chiaro quanto è realmente successo e chi ha cominciato".

GRAN BRETAGNA E FRANCIA - Il primo ministro Gb David Cameron e il presidente francese Francois Hollande hanno concordato di intensificare la pressione internazionale sulla Siria e deciso di convocare la prossima riunione del gruppo Amici della Siria a Parigi. Lo annuncia Downing Street.

LA POSIZIONE DELL'ITALIA - Il massacro di Hula "ha segnato una svolta" nella crisi siriana e "ha dimostrato come non siano più sufficienti le condanne e le dichiarazioni". Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, torna a condannare l’escalation di violenza in Siria e ricorda che la notte scorsa alle Nazioni Unite "il Consiglio di sicurezza si e pronunciato all’unanimità, sia pure con le grosse difficoltà che sappiamo, a causa della posizione russa".

A margine di una conferenza internazionale dell’Osce alla Farnesina, Terzi annuncia: "Oggi abbiamo un’attività diplomatica molto intensa: Kofi Annan a Damasco, William Hague a Mosca e io sono stato in contatto con il ministro degli esteri turco ieri e con altri colleghi. Siamo tutti convinti - prosegue - che è necessaria una fortissima pressione della comunità internazionale". Per il titolare della Farnesina, "quello che è avvenuto non può continuare ad accadere. Le immagini atroci che abbiamo visto dei bambini e della distruzione di Hula devono essere un forte appello alla comunità internazionale, come era stato in altre occasioni storiche nelle quali abbiamo vissuto queste tragedie. Questo - conclude - è un punto di svolta".

TEHERAN - L’Iran ha sposato la versione del regime siriano, sostenendo che il massacro è opera di gruppi terroristici. Lo riferisce la televisione di Stato iraniana. Il ministero degli Esteri di Teheran ha infatti condannato quello che ha definito un "atto sospetto" e ha chiesto agli ufficiali siriani di punire i responsabili. L’Iran ha sempre sostenuto il regime del presidente Bashar al-Assad e ritenuto che il conflitto dovesse essere risolto internamente, senza l’interferenza straniera.

CONTINUA LA VIOLENZA - Venticinque persone, in maggioranza militari, sono stati uccisi oggi nelle violenze in Siria, dove sono scoppiati violenti scontri tra l’esercito e i ribelli nei pressi di Damasco. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr). Intanto per il terzo giorno consecutivo si sono svolte nuove manifestazioni di massa per denunciare il massacro compiuto venerdì a Hula. "Non cederemo!" urlavano i manifestanti anti-regime a Habite, nella provincia di Idleb, nel nordovest del paese. "L’Onu ci uccide", si legge su una bandiera nella stessa località, a testimonianza della rabbia crescente dei militanti contro la comunità internazionale, accusata di non agire per mettere fine alla repressione.

Intanto sembra destinato ad aggravarsi il bilancio di 41 morti fornito dall’opposizione di un bombardamento avvenuto nelle scorse ore sulla città di Hama, sia per le condizioni di alcuni dei feriti sia perché si ritiene che diverse vittime siano ancora sotto le macerie delle case distrutte. Lo ha detto all’Ansa da Hama un attivista, Musab Alhamadi, sottolineando che tra gli uccisi figurano sette persone che sono morte oggi a causa delle ferite riportate e che venivano curate in cliniche segrete di fortuna. L’oppositore ha precisato che i bombardamenti, cominciati ieri al tramonto, hanno raggiunto il culmine intorno alle 21, ma sono poi proseguiti fino alle 3 di stamane.