Mosca, 30 maggio 2012 - La Russia non permetterà che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizzi un qualsiasi intervento militare dall’esterno in Siria, come ipotizzato ieri dal neo-presidente francese Francois Hollande, e opporrà eventualmente il veto a simili “interferenze straniere”. E’ il monito ribadito dal vice ministro degli Esteri di Mosca, Gennady Gatilov, a detta del quale “ogni nuova misura di pressione” sul regime di Bashar al-Assad da parte dell’Onu sarebbe comunque “prematura”. Putin rincara: ogni tentativo di fare pressione su Mosca in tal senso è "del tutto inappropriato".

ANCHE LA CINA DICE NO ALL'INTERVENTO - Dopo la Russia, per bocca di Liu Weimin, portavoce del suo ministero degli Esteri, anche la Cina ha reiterato la propria assoluta contrarietà all’ipotesi di un intervento militare straniero in Siria, come ventilato ieri dal presidente francese Francois Hollade, seppure a condizione che vi sia l’assenso delle Nazioni Unite. Nel corso di una conferenza stampa, Liu non si è voluto sbilanciare su eventuali misure di ritorsione diplomatiche nei confronti di Damasco, come le espulsioni degli ambasciatori siriani appena decretate da diversi Stati occidentali, dopo il massacro di civili di venerdi’ scorso a Hula. “Non ho sentito di alcuna ripercussione sull’ambasciata di Siria in Cina”, ha tagliato corto il portavoce ministeriale cinese. Già in due occasioni Mosca e Pechino hanno bloccato con il veto risoluzioni di condanna da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

IL GIAPPONE CACCIA L'AMBASCIATORE DI DAMASCO - Il ministro degli Esteri di Tokio Koichiro Gemba ha annunciato oggi che il Giappone ha chiesto all’ambasciatore siriano Mohamed Ghassan Al Habash di lasciare il paese. Una richiesta legata alle continue violenze ai danni della popolzione civile messe in atto dal governo del presidente siriano Bashar al-Assad, ha sottolineato.

ONU, CONSIGLIO DIRITTI UMANI SI RIUNISCE VENERDI' - Il consiglio dei diritti Umani delle Nazioni Unite si riunirà venerdì a Ginevra in seduta speciale, per discutere la situazione in Siria e in particolare del massacro di Hula. Lo riferiscono fonti diplomatiche.

Secondo le stesse fonti, Stati Uniti, Qatar, Turchia e l’Unione Europea sono stati i Paesi che hanno spinto maggiormente per la sessione speciale. E’ la quarta volta che la Siria viene trascinata davanti al consiglio dei Diritti Umani da quando sono iniziate le rivolte nel Paese lo scorso anno. ‘’Sta accadendo tutto in fretta’’, ha detto una delle fonti diplomatiche’’. ‘’Ci sarà il massimo appoggio’’, ha aggiunto.

IL MASSACRO DI HULA - Gravissime responsabilità di Damasco. La maggior parte delle vittime non sono infatti state colpite dall'artiglieria, come si riteneva in un primo momento, ma passate per le armi in esecuzioni sommarie, avvenute casa per casa. "Famiglie intere sono state sterminate", ha affermato un portavoce dell'ufficio dell'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani. Dei 108 morti (dei quali 49 erano bambini e 34 donne), meno di 20 sono morti sotto le bombe; il resto sono state vittime di esecuzioni sommarie, "compresa la gran parte dei bimbi assassinati".