Il Cairo, 5 agosto 2012 - Quindici poliziotti sono stati uccisi dnel Sinai a un gruppo di uomini armati appartenenti all'organizzazione Al Jihad, affiliata ad Al Qaeda. Lo riferiscono fonti della sicurezza egiziana, spiegando che gli uomini sono entrati in azione con bombe e mitragliatrici al valico di confine a sud del passaggio di Rafah con Gaza.

Esplosi colpi anche contro il posto di frontiera israeliano che, secondo la tivù di stato egiziana, avrebbe risposto al fuoco. Non è chiaro al momento quanti siano i feriti. L'azione è avvenuta all'ora dell'Iftar, quando cala il sole e i musulmani possono interrompere il digiuno del ramadan. Gli assalitori provenivano dalla Striscia di Gaza. I vertici di Hamas, che 'controllano' dal 2007 la Striscia, hanno condannato l'attacco.

LA REAZIONE DI MORSI - Come previsto, non è tardata ad arrivare la reazione di Mohammed Morsi. Ricorrendo alle sue prerogative presidenziali, dopo l'attacco Morsi ha convocato una riunione urgente al Cairo del Supremo Consiglio Militare egiziano (Scaf). Decetato lo stato di allerta nella zona, le autorità hanno anche deciso la chiusura a “tempo indeterminato” del valico di Rafah, che collega la Striscia di Gaza con l’Egitto. Sul luogo del massacro sono giunti il resposabile della sicurezza del Sinai, il governatore e il responsabile del controllo alla frontiera.

TENSIONE IN ISRAELE - A pochi km dalla strage di poliziotti egiziani, tensione a mille in Israele. Si teme un'infiltrazione di miliziani palestinesi armati, dopo che oggi un leader estremista ad al Qaeda è stato ucciso da un velivolo militare israeliano. In serata l'aviazione di Tel Aviv  ha colpito e distrutto un blindato egiziano, usato dai terroristi dell'attentato nel Sinai per penetrare in territorio israeliano. Tre miliziani sono rimasti uccisi.