Damasco, 6 agosto 2012 - Il Regime siriano perde i pezzi. Riyad Hijab, primo ministro, sparisce nel nulla. "E' stato rimosso", annuncia la tv di Stato di Stato, senza fornire spiegazioni. In realtà il premier avrebbe disertato per poi fuggire in Giordania. Il suo pensiero è riportato da un portavoce: "Non ho avuto altra scelta: o accettare l’incarico o essere ucciso”. Hijab afferma: "In Siria è in corso un genocidio". Il primo ministro era in carica appena dallo scorso giugno, nominato dal presidente Bashar al-Assad in seguito allo svolgimento di 'regolari' elezioni.

Fuga fallita, invece, per il ministro delle Finanze Muhammad Jleilati, arrestato prima che potesse disertare e scappare all'estero.

L'ormai ex premier sarebbe fuggito in Giordania insieme a otto fratelli, due dei quali erano dirigenti dei ministeri del Petrolio e dell’Ambiente, sostiene Mokammed al-Etri, che si definisce portavoce di Hijab. Citato da al-Jazeera, al-Etri ha affermato che l’ex premier pianificava la defezione da mesi. Una versione che sembra in parte contrastare con il fatto che Hijab e’ stato nominato premier solo due mesi fa.

GLI OSTAGGI IRANIANI - I ribelli siriani hanno affermato che tre ostaggi iraniani sono stati uccisi dai bombardamenti governativi nella provincia di Damasco. E hanno minacciato di uccidere entro un’ora gli altri iraniani fatti prigionieri sabato scorso se l’esercito non smetterà di bombardare.

BOMBA ALLA TV - Una forte esplosione è stata registrata questa mattina nella sede della televisione di Stato siriana a Damasco. Lo riferisce la stessa emittente nazionale precisando che in seguito alla deflagrazione si contano numerosi feriti.

E’ di tre feriti il bilancio provvisorio dell’esplosione che ha devastato il terzo piano dell’edificio che a Damasco ospita la sede della televisione e della radio di Stato.

La televisione ha quindi mandato in onda in diretta le immagini del luogo dove si è verificata l’esplosione, con cumuli di macerie e muri crollati. Il personale dell’emittente stanno cercando i sopravvissuti. Il ministro dell’Informazione siriano Omran al-Zo’bi si è recato sul luogo dell’esplosione.

MASSACRO AD HAMA - Il Consiglio nazionale siriano (Cns) ha accusato l’esercito del presidente Bashar al Assad di aver compiuto un “massacro” che ha provocato una quarantina di vittime in una località della provincia di Hama, nel centro del Paese.

In un comunicato il Cns, principale coalizione dell’opposizione, ha denunciato che questo massacro messo a segno ad Harbnafsa, 8mila abitanti, in una provincia sunnita “si inserisce nel quadro di un esilio confessionale” forzato.

Il comunicato ha indicato che le truppe hanno inizialmente bombardato la località con il supporto di carri armati per oltre cinque ore, prima di sferrare un assalto: ci sono stati una quarantina di morti e circa 120 feriti, molti dei quali gravi. Da parte sua l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh) ha riferito di undici civili uccisi in un assalto delle forze del regime contro questa località, dove ieri erano già stati uccisi tre bambini.