Los Angeles, 13 settembre 2012 - “Chi avrebbe mai immaginato che sarebbe andata a finire così?”. A chiederselo è Cindy, attrice protagonista del controverso film “L’innocenza dei musulmani”, i cui trailer sono stati alla base delle proteste che l’11 settembre hanno portato all’uccisione dell’ambasciatore statunitense a Tripoli Chris Stevens e di altri tre funzionari diplomatici.

In un’intervista alla Cbs Los Angeles, l’attrice, che mantiene il segreto sul suo cognome, ha raccontato di aver risposto a un annuncio per una parte in una pellicola sull’Egitto di 2000 anni fa. Il titolo del film doveva essere “I guerrieri del deserto”.

Un anno dopo, a seguito della comparsa del trailer su Youtube, Cindy scopre con stupore il ritratto di Maometto che traspare dal film: quello, cioè, di un pedofilo donnaiolo che riunisce attorno a sé una setta di sicari.

Il film in cui aveva recitato “si è tramutato in un incubo”, ha spiegato Cindy, raccontando di aver subito contattato il presunto regista, Sam Bacile, che le avrebbe risposto: “Non è colpa di voi attori, sono stufo dei fondamentalisti islamici che uccidono la gente”. Numerose ombre avvolgono tuttora le modalità di produzione e diffusione della pellicola, di cui 14 minuti di trailer appaiono su Youtube.

Il Los Angeles Times, inoltre, ha pubblicato un comunicato degli attori del film, “sconvolti” per “la drastica riscrittura della trama e per le bugie” dette loro riguardo alla differente ambientazione e sul differente intreccio narrativo.
 

Non è ancora chiaro, infatti, chi sia effettivamente il regista: numerosi fonti lo identificano in Sam Bacile, imprenditore 56enne che in un’intervista al Wall Street Journal di qualche tempo fa aveva paragonato l’islam a un cancro. Bacile aveva inoltre dichiarato che i costi di produzione della pellicola, pari a circa 5 milioni di dollari, erano state in parte coperti con donazioni di più di 100 ebrei.