New York, 15 ottobre 2012 - Ottanta cittadini indipendenti e indecisi scelti dalla Gallup. Faranno 11 domande in tutto. Saranno 90 minuti di risposte e dibattito. Una moderatrice Candy Crowley della CNN autorevole e discreta diventerà l’arbitro unico del secondo round. Barack Obama e Mitt Romney si stanno preparando in modo accanito per il "rematch" del 16 ottobre.

Il piccolo stadio di basket dell’università di Hofstra alle porte di New York è stato trasformato in un "campo di battaglia" che entrerà in diretta in decine di milioni di case da un capo all’altro dell’America. Col confronto di domani e col terzo il 22 ottobtre a Boca Raton in Florida centrato sulla politica estera, si apre la settimana più intensa e decisiva di questa straordinaria campagna elettorale. Il presidente e il suo rivale sono "virtualmente alla pari".

Romney prevale in alcuni sondaggi negli stati chiave come la Florida, Obama in altri con un vantaggio che rimane solido in Ohio. Vincere a Hofstra può diventare fondamentale per entrambi . Secondo "Five Thirthy Eight" il sito del New York Times che quotidianamente compara tutti i sondaggi esistenti se si votasse oggi Obama avrebbe ancora il 63,3% di probabilità di vittoria controil 36,7% di Romney, ma come ha dimostrato il primo dibattito di Denver, rovinoso per il presidente basta una gaffe, o una cattiva risposta per vedere questi numeri polverizzarsi un’altra volta.

Non c’è dubbio questa volta la pressione è tutta sul presidente. Paradossalmente deve ripresentarsi al Paese come un uomo "combattivo e determinato" che non ha perso per strada la speranza del 2008 anche se non ha mantenuto le promesse fatte 4 anni fa.

Romney ha riscattato in gran parte la sua  "eleggibilità" dimostrando di saper essere meno distaccato e più moderato, ma si ritrova con un problema di credibilità sui numeri: le sue proposte di riduzione delle tasse del 20% non sono "matematicamente sostenibili" se non dichiara quali altri tagli intende fare per non incidere sul deficit federale.

Se il primo dibattito a Denver è servito soprattutto a presentare "le due Americhe", e "le due ricette" per uscire dalla crisi, quello di Hofstra dovrà spiegarle nei dettagli ma soprattutto dimostrare chi tra Obama e Romney è il più pronto a connettersi o riconnettersi col paese che si trova fuori della Casa Bianca.

Fino due settimane fa l’economia sembrava il grande cavallo di battaglia di Romney, ma adesso che i numeri stanno leggermente migliorando e la situazione delle case sembra avviarsi verso la crescita, i repubblicani hanno concentrato il loro fuoco di sbarramento sull’assalto degli estremisti al consolato Usa di Bengasi dove è stato ucciso l’ambasciatore Usa Stevens.

La Casa Bianca ha fatto un pasticcio nel raccontare l’accaduto sostenendo che l’attacco non era stato pianificato ma solo una conseguenza delle prosteste per il film contro Maometto. Solo molto più tardi ha ammesso facendo fare una pessima figura alla Cia che si è trattato di un attacco terroristico e questo ha permesso a Romney di definire Obama "un leader debole" anche se ha elilminato Bin Laden.

La risposta del presidente su questo non sarà tenera. Barack ha disperatamente bisogno di ribaltare la situazione e fermare l’avanzata del rivale . Un consiglio gli arriva dal giovane sindaco di colore di Atlanta Kasim Reed: "Obama non deve cambiare troppo il suo stile pur di sembra aggressivo -dice -. Non era abituato dopo tre anni alla Casa Bianca a venir trattato in quel modo da Romney ed è statao colto di sorpresa. Anche Frazier mandò al tappeto Mohammed Alì e nessuno se lo aspettava…..Ma nei due incontri successivi Frazier venne demolito con grande classe da Alì e la storia si ricorda solo dei vincitori…".

dall'inviato Giampaolo Pioli