di Roberto Giardina

Berlino, 11 novembre 2012 - I tedeschi stanno attenti alle ricorrenze da Martin Lutero (cinque secoli tra poco), al compleanno del vicino, e non hanno dimenticato che Mario Monti ha appena compiuto un anno al potere. E che voto gli danno? Dipende, in casa ha combinato pochino, giudica ‘Die Welt’ che gli dedica un lungo articolo. Invece, quando gioca fuori, è bravo: "È diventato l’avversario più forte della Merkel".

Gode di stima a prescindere, come uno studente modello che non debba più dimostrare quel che vale. La commissione Ue arriva a fare previsioni migliori di quelle dello stesso governo italiano. Nonostante segnali non rassicuranti, Bruxelles è sicura di una nostra piccola ripresa nella seconda metà del 2013. I tedeschi non sono scettici: è un bene, non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa, che Monti riesca nella sua impresa. Il nostro paese è troppo grande per essere salvato, come una Grecia o un Portogallo. Dobbiamo tirarci fuori da soli, e sembra che ce la facciamo, giudica il quotidiano.

Di riforme ne ha realizzate poche, neanche il 10% di quelle annunciate, molte rimangono sulla carta, o vengono man mano bloccate ma non è colpa sua. Importante è che il malato Italia mostri segni di guarigione, anche se incombe l’appuntamento elettorale con Silvio dietro le quinte. Monti osa perfino opporsi a Frau Angela: ora basta con nuove misure di risparmio, come desidera la Cancelliera. La ‘Welt’ è vicina alla Merkel, e rafforzare l’immagine del nostro premier serve anche alla signora, che non ama la parte di Domina d’Europa, frusta in mano e elmo chiodato sui capelli biondi.

Continuare a rimanere isolata e al di sopra degli altri è pericoloso, anche in vista delle elezioni. Se qualcosa va male, è sempre colpa sua. Draghi le fa da sponda alla Banca Centrale, indipendente ma sempre d’intesa con Angela, impegnata a domare la sua Bundesbank, che difende la stabilità dell´euro come quella del Deutsche Mark, a costo di far fondere il motore per evitare un punto d’inflazione. Monti ha compiuto qualche errore di forma (l’invito ad agire dimenticando il Bundestag), in fondo peccatucci veniali. Conta piuttosto che abbia cambiato l’immagine del nostro paese, amato sempre con diffidenza. L’altra Europa, quella che arranca dietro la Germania, non è rappresentata da un Hollande che già delude con le sue proposte populiste, e tanto meno da Cameron, europeo part-time. Sorprendente, suggerisce la ‘Welt’, che a Bruxelles si torni a parlare italiano. Il professore è riuscito a sembrare un avversario, ma sotto sotto a fianco della signora. Un gregario non servirebbe a rassicurare i tedeschi, sempre sospettosi che sotto un loden si nascondi un Machiavelli. Il signor Mario è un Kavalier della vecchia scuola, non un cavalier servente.