NEW YORK, 13 novembre 2012 - Dalle sale del Palazzo di Vetro arriva l'ennesima spinta verso il disgelo tra Washington e l’Avana. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il ventunesimo anno condanna l’embargo economico, commerciale e finanziario contro Cuba. La risoluzione e’ stata approvata con 188 voti a favore, 3 contrari e 2 astenuti, ma ha solo valore simbolico in quanto l’Assemblea Generale e’ priva del potere esecutivo. A votare ‘no’, Stati Uniti, Israele e Palau.

Il ministro degli esteri cubano Bruno Rodriguez Parrilla, ha puntato il dito contro le politiche anacronistiche dei governi statunitensi. “Nel 2008 l’allora candidato presidenziale Barack Obama ha conquistato l’America con il suo ‘Yes we Can’ – ha affermato Rodriguez - Poco dopo l’elezione ha parlato di un nuovo inizio con Cuba, dicendo che sarebbe stato in grado di indirizzare i rapporti tra i due Paesi verso una strada diversa”. Ma per il ministro degli esteri la realta’ degli ultimi quattro anni e’ stata caratterizzata dal persistere del blocco economico, commerciale e finanziario. “Mantenere questa politica non e’ nell’interesse nazionale degli Stati Uniti”, ha continuato Rodriguez, sottolineando che al contrario danneggia i suoi cittadini e le sue imprese.

Prima del voto diversi Paesi hanno espresso il desiderio della fine delle misure restrittive imposte da Washington a l’Avana, ma nonostante le aperture e l’affermazione di sostenere le legittime aspirazioni del popolo cubano, gli Stati Uniti hanno ribadito che non cancelleranno l’embargo. Il blocco e’ stato posto dagli Stati Uniti nel 1962, in seguito alla rivoluzione che ha portato al potere il regime di Fidel Castro.

Di Giampaolo Pioli e Valeria Robecco