Varsavia, 20 novembre 2012 - Un piano folle, ispirato probabilmente alle “gesta” dell’estremista norvegese {{WIKILINK}}Anders Breivik{{/WIKILINK}}. I servizi polacchi l’hanno sventato, arrestando il 9 novembre il suo architetto: un professore universitario di 45 anni, che progettava di far esplodere quattro tonnellate di tritolo e far saltare così in aria il Parlamento durante una sessione a cui dovevano partecipare anche il presidente Bronislaw Komorowski e il primo ministro Donadl Tusk.

Brunon K., il presunto attentatore, potrebbe aver avuto dei contatti con Anders Breivik, il nazista norvegese che a luglio 2011 ha ucciso 77 persone nell’isola di Utoya. “Non abbiamo ancora avuto mai a che fare con un caso del genere”, ha spiegato il primo ministro Donald Tusk, che era uno dei probabili obiettivi del piano terroristico. L’uomo, un professore di chimica dell’Università di agraria di Cracovia, “non ha nascosto di essere affascinato da Breivik”, ha detto ancora il capo del governo.

C’è però anche qualcosa di più concreto che legherebbe il polacco a Brevik. “Come sappiamo, Breivik ha acquistato alcuni componenti dei suoi esplosivi in Polonia, via internet. E’ tra le altre cose, l’analisi dettagliata dei suoi contatti effettuata all’epoca dai servizi polacchi che ci ha condotto verso i primi indizi e all’arresto di quest’uomo”.

Similitudini con Breivik, inoltre, ci sono anche da un punto di vista operativo. Piotr Kosmaty, portavoce della procura di Varsavia, ha spiegato che “la quantità di materiali sequestrati da quest’uomo, il modo in cui preparava la sua operazione e il suo professionismo presentano similitudini con l’operazione di Breivik”.

L’annuncio di oggi, fatto in una conferenza stampa dalla procura di Varsavia, è stato uno shock per la Polonia, un Paese che mai ha avuto esperienza di casi del genere e che sta attraversando il turbine della crisi economica europea sostanzialmente indenne.

“Quest’uomo voleva far detonare quattro tonnellate di esplosivo” nascoste in un’auto, ha spiegato il procuratore Mariusz Krason, che ha la responsabilità dell’inchiesta. S’è trattato, ha aggiunto il procuratore capo di Cracovia Artur Wrona, “di un pericolo reale”.

L’uomo è stato messo in stato di detenzione preventiva per tre mesi. Interrogato, ha detto di agire per motivi nazionalistici. “Il potere, in Polonia, è esercitato dagli stranieri, non dai veri polacchi”, ha detto secondo quanto ha riferito Krason. “L’attentato contro le istituzioni dello stato - ha aggiunto - doveva avviare un processo di cambiamento”.

Un’ideologia vicina a quella di Breivik: odio per il multiculturalismo, xenofobia, a cui si aggiunge un radicale antisemitismo.

Presso la sua abitazioni è stato sequestrato tritolo, polvere da sparo e altri tipi di esplosivo, oltre a giubbotti antiproiettile, targhe di autovetture, altre armi, caschi militari e patenti falsificate. Le armi, secondo Krason, non sono state acquistate solo in Polonia, ma anche in Belgio. Gli inquirenti hanno mostrato immagini in cui si vede l’uomo provare gli esplosivi, in alcuni casi cariche da 250 kg, su differenti terreni.

L’uomo, interrogato, ha affermato di essere stato ispirato da un’altra persona e che ha tentato di formare un gruppo armato per realizzare i suoi obiettivi. Quattro persone da lui contattate sono state interrogate dai servizi di sicurezza, altre due arrestate per detenzione di armi. Il sospetto è che Brunon K. non fosse un “cane sciolto”, ma parte di una rete.