Goma, 20 novembre 2012 - I ribelli del Movimento del 23 marzo (M23), che sono sostenuti dal Ruanda secondo Onu e Kinshasa, hanno preso a metà giornata il controllo di Goma, capitale regionale della ricca regione mineraria del Nord Kivu, nell’est della Repubblica democratica del Congo (Rdc), città che fu già conquistata nel 1998 da ribelli filo-ruandesi. Poco dopo, il capo dell’M23, Sultani Makenga, ha fatto il suo ingresso nella città, a bordo di un’auto e con una scorta. Ex colonnello promosso generale, Makenga aveva disertato l’esercito congolese a maggio per creare l’M23. E’ accusato di “atrocità” contro i civili da Washington che lo ha messo su una lista nera.

I ribelli, che non hanno incontrato resistenza da parte dell’esercito lealista, secondo più testimonianze, “controllano la città di Goma e proseguono l’avanzata contro il nemico” che è ormai “allo sbando”, aveva proclamato poco prima di mezzogiorno il portavoce dell’ M23, colonnello Viannay Kazarama, aggiungendo che anche l’aeroporto era caduto nelle mani dei ribelli. Quest’ultima notizia smentita dai caschi blu.

L’esercito congolese si è ritirato a Saké, ad una ventina di chilometri dalla città verso sud est. Da Kinshasa il presidente congolese, Joseph Kabila, ha lanciato un appello “al popolo e a tutte le istituzioni” a mobilitarsi per “difendere la nostra sovranità” contro l’aggressione di cui la Rdc si dice vittima da parte del Ruanda. Kabila ha in seguito raggiunto Kampala per discutere della crisi con il presidente ugandese, Yoweri Museveni.

La Francia oggi ha chiesto che il mandato dei 17mila caschi blu dell’Onu inviati nella Repubblica democratica del Congo sia rivisto. ha dichiarato oggi il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius. “Dispiegare 17mila uomini e fissare un mandato che non autorizza l’intervento è assurdo”, ha affermato Fabius davanti ai giornalisti.

A Goma, situata a circa 1.500 chilometri dalla capitale, nel pomeriggio la situazione sembrava tornata alla normalità dopo giorni di combattimenti. I ribelli la circondavano Goma da diversi giorni. I combattimenti erano ripresi all’alba di oggi alla scadenza di un ultimatum dell’M23 a Kinshasa che chiedeva l’apertura di negoziati che la Rdc ha rifiutato.

I ribelli hanno preso il controllo anche di due postazioni alla frontiera con la città ruandese di Gisenyi.

Goma ha più di 300.000 abitanti, senza contare i numerosi sfollati. La città è già stata occupata due volte nel 1996 e 1998 da ribelli, appoggiati dal Ruanda.

Le M23 è stato creato a inizio maggio da ex ribelli che si erano integrati nell’esercito congolese nel 2009, a seguito di un accordo di pace. Ad aprile hanno disertato, sostenendo che Kinshasa non aveva rispettato gli impegni. Chiedono il mantenimento di tutti gli ufficiali nei loro gradi e rifiutano il trasferimento in altre unità o regioni che vorrebbe imporre loro Kinshasa. La regione composta dalle province del Nord e Sud Kivu è teatro di conflitti ininterroti da una ventina d’anni per le sue ricche risorse minerarie e agricole, che si contendono il governo congolese, diversi movimenti ribelli e i Paesi vicini della Rdc, Uganda, Ruanda e Burundi. Domenica il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, aveva assicurato che i 6.700 Caschi blu dispiegati nel Nord-Kivu sarebbero rimasti nella regione.

I RIBELLI HANNO RAPITO DONNE E BAMBINI - I ribelli di M23 che hanno preso il controllo della città di Goma, nell’est della Repubblica democratica del Congo, hanno rapito donne e bambini. Lo ha riferito un portavoce delle Nazioni Unite da New York.

“Abbiamo informazioni secondo le quali i ribelli di M23 hanno ferito dei civili, rapito donne e bambini, distrutto abitazioni e minacciato i giornalisti e coloro che hanno opposto resistenza alla loro avanzata”, ha dichiarato ai giornalisti Eduardo del Buey: “La situazione dentro e attorno a Goma ha raggiunto un punto critico”.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha espresso una nuova condanna per le “gravi” violazioni dei diritti umani mentre il Consiglio di Sicurezza potrebbe approvare una risoluzione di condanna con nuove sanzioni contro le forze di M23.

I CASCHI BLU CONTROLLANO L'AEROPORTO - I caschi blu delle Nazioni Unite hanno il controllo dell’aeroporto della città di Goma, nell’est della Repubblica democratica del Congo, e continuano ad effettuare pattuglie nella città, nonostante l’arrivo dei ribelli.

Su istruzioni del Ministro degli Esteri Giulio Terzi, a seguito dell’intensificazione degli scontri alla periferia di Goma, l’ambasciata d’Italia a Kinshasa, in raccordo con l’Unità di Crisi della Farnesina, è rimasta in stretto contatto con i connazionali presenti nell’area, per la maggior parte religiosi. Altri italiani, in gran parte cooperanti, seguendo le indicazioni dell’Ambasciata, si erano allontanati dalla zona nei giorni scorsi. E’ quanto si apprende da fonti del ministero.

L’Ambasciata ha allo stesso tempo richiesto l’intervento diretto dei mezzi della Forza di Pace delle Nazioni Unite presenti nell’area, per procedere al recupero dei connazionali più esposti, in particolare quelli presenti nella Missione dei Caracciolini. Al momento sono quindici, su un totale di circa 50 tra laici e religiosi, i connazionali che hanno chiesto ed ottenuto assistenza. L’Ambasciata continua una serrata azione di monitoraggio per individuare la presenza di possibili connazionali che non si siano segnalati alle nostre autorità diplomatiche.