Gerusalemme, 21 novembre - E’ stato raggiunto un accordo per una tregua tra Israele e Hamas. Il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 20 ora italiana, ad annunciarlo il segretario di Stato Usa Hillary Clinton e il ministro degli Esteri egiziano Mohamed Kamel Amr.. Secondo la stampa israeliana, tuttavia, sarebbero già dodici i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza dall'inizio della tregua.

I punti salienti dell'intesa riguardano lo stop di tutte le ostilità da entrambe le parti, stop agli ‘omicidi mirati’ israeliani e apertura dei varchi della Striscia di Gaza per facilitare il passaggio delle persone. (LEGGI Il retroscena dell'intesa fra Israele e Hamas)

RAZZI DAL LIBANO - Dopo l'annuncio dell'accordo, due razzi sono stati lanciati in direzione di Israele dal sud del Libano. Uno è caduto in territorio libanese, l'altro ha proseguito la sua traiettoria in direzione di Israele. Hamas e la Jihad islamica hanno rivendicato il lancio. 

Hamas canta vittoria per la tregua, il suo leader Meshaal esprime apprezzamento all'Iran per il suo sostegno, nonostante le divergenze sulla Siria. L'Iran oggi ha esplicitamente ammesso di aver fornito ad Hamas “assistenza non solo finanziaria ma anche militare”.  

A Gaza, tuttavia, le strade restano deserte. La gente teme ulteriori attacchi da parte di Israele.

I RAID - Prima della tregua, è stata guerra. Già prima dell’alba l’Aviazione israeliana ha ripreso i bombardamenti sull’enclave palestinese colpendo un centinaio di obiettivi. E nel corso della giornata i nuovi raid israeliani su Gaza hanno provocato almeno 13 morti, tra cui un bambino, figlio di un medico di Shifa. Il dottore, chiamato d'urgenza per l'arrivo in ospedale del bimbetto, si è accorto solo sul posto che la vittima era suo figlio.

Salgono quindi a 152 le vittime palestinesi dei bombardamenti israeliani su Gaza, secondo un ultimo, provvisorio, bilancio diffuso dalla Mezzaluna rossa palestinese. I feriti sono 1160, in maggioranza bambini ,donne ed anziani. Sei i morti israeliani: a pochi minuti dall'entrata in vigore dell'accordo, un ufficiale della riserva è stato ucciso da un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza nell’area di Eshkol.

Ma la notizia è quella di una bomba esplosa su un bus a Tel Aviv, che ha causato una ventina di feriti e ha fatto salire l'allerta a livello 4. Erano tre anni che non accadeva.

ESPLOSIONE SU UN BUS (FOTO) - Un’esplosione ha avuto luogo questa mattina in un bus di Tel Aviv: lo ha annunciato la radio pubblica israeliana. La deflagrazione è avvenuta nel centrale viale Shaul ha-Melech. Numerose ambulanze stanno convergendo sul posto. Almeno ventun persone sono rimaste ferite, ha riferito la radio pubblica israeliana, citando fonti dei servizi di soccorso, secondo cui tre tra le vittime versano in gravi condizioni. Dal canto suo la polizia e il portavoce di Netanyahu hanno subito parlato di un “atto terroristico”.

LE INDAGINI - Alcuni testimoni avrebbero visto un uomo lasciare un ordigno sull’autobus poi esploso a Tel Aviv, riferisce la Bbc. Intanto la polizia israeliana ha fermato e poi rilasciato a brevissimo termine un uomo sospettato di aver piazzato la bomba.

Alla cittadinanza è stato ordinato di tenersi alla larga del sito dell’esplosione, a poca distanza dalla ‘Kirya’, il complesso che ospita il quartier generale delle Forze di Difesa insieme ad altri uffici governativi, intorno a cui l’allerta è stata innalzata al livello 4. Non vi sarebbero peraltro elementi su un possibile secondo attentato, anche se è stata chiusa un’altra struttura adiacente, il Centro ‘Azriel’.

LA RIVENDICAZIONE - L’attacco terroristico, il primo da tre anni in città, è stato rivendicato dalle Brigate al-Aqsa, braccio armato della Jihad Islamica, mentre Hamas, che controlla Gaza, pur "benedicendo" l’accaduto non ha voluto attribuirsi alcun coinvolgimento. La notizia ha suscitato entusiasmo nell’intera Striscia, dove la popolazione è scesa nelle strade esultando e sparando colpi di arma da fuoco in aria per festeggiare: negli ospedali sono persino stati distribuiti dolciumi ai pazienti.

Secondo un portavoce di Hamas si tratta della "naturale reazione all’aggressione israeliana di Gaza", ha affermato Fawzi Barhum, un portavoce di Hamas. "Avevamo avvertito dell'eventualità di attentati in Israele, tanto più mentre i nostri civili continuano a morire" ha affermato Barhum. 

USA, FRANCIA E ITALIA, GERMANIA -  Gli Stati Uniti condannano l’attentato “terroristico” di oggi contro l’autobus di Tel Aviv, nel quale sono rimaste ferite almeno 17 persone: lo ha riferito la Casa Bianca.

Da parte loro Francia e Italia lanciano un forte appello affinché "tutti gli sforzi siano stati fatti per raggiungere una tregua indispensabile" in Medio Oriente: lo ha detto il presidente francese, {{WIKILINK}}Francois Hollande{{/WIKILINK}}, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Parigi con il presidente della Repubblica {{WIKILINK}}Giorgio Napolitano{{/WIKILINK}}. 

APPELLO DEL PAPA - Appello del Papa per la pace tra Israele e Striscia di Gaza, a conclusione dell’udienza generale in Vaticano. “Seguo con grave preoccupazione l’aggravarsi della violenza tra israeliani e palestinesi della Striscia di Gaza. Insieme al ricordo orante per le vittime e per coloro che soffrono, sento il dovere di ribadire ancora una volta che l’odio e la violenza non sono la soluzione dei problemi”, ha detto il Papa tra gli applausi.

"Inoltre incoraggio le iniziative e gli sforzi di quanti stanno cercando di ottenere una tregua e di primuovere il negoziato. Esorto anche le autorità di entrambe le parti ad adottare decisioni coraggiose in favore della pace e porre fine a un conflitto con ripercussioni negative in tutta la regione medio-orientale, travagliata da troppi scontri e bisognosa di pace e riconciliazione”, ha concluso tra nuovi applausi.

HILLARY CLINTON - Il posticipo della richiesta all’Onu di accreditare come stato non membro l’Autorità nazionale palestinese, prevista per il 29 novembre. Questa l’indicazione che il segretario di stato Usa Hillary Clinton ha avanzato al presidente Abu Mazen, incontrato oggi a Ramallah. Lo ha detto il capo negoziatore dell’Olp Saeeb Erekat. 

L’impegno americano per la sicurezza di Israele resta “solido come una roccia”, ha ribadito il segretario americano {{WIKILINK}}Hillary Clinton{{/WIKILINK}}, giunta ieri sera a Gerusalemme dove ha avuto un incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

“Ritengo che sia essenziale promuovere una ‘desescalation’ della situazione a Gaza”, ha affermato Clinton durante una breve conferenza stampa prima dell’incontro con il premier.

La Clinton ha poi incontrato, al Cairo, il premier egiziano Mohammed Morsi. Nel corso del vertice, riferiscono i media di stato egiziani, si è discusso delle “modalità per far diminuire di intensità la situazione nella Striscia di Gaza, raggiungere il cessate-il-fuoco e progredire verso una pace e una stabilità duraturi nella regione”.