Roma, 23 novembre 2012 - Regge la tregua tra Israele e Hamas, anche se nello stato ebraico cresce il malumore, soprattutto fra i cittadini del Sud, quelli più colpiti dai razzi lanciati da Gaza. In mattinata fra l'altro, fonti ospedaliere palestinesi hanno riferito che un palestinese è stato ucciso e altri sette sono rimasti feriti dal fuoco dell'esercito israeliano nei pressi della frontiera tra la Striscia di Gaza e lo stato ebraico.

 Ieri, intanto, sono stati arrestati i presunti autori dell'attentato sul bus a Tel Aviv. Tensione anche in Egitto, dove l'opposizione ha denunciato l'adozione di alcune disposizioni di valore costituzionale che prevedono un’allargamento dei poteri del presidente Mohamed Morsi. I partiti di opposizione scendono oggi in piazza: massima allerta al Cairo, atteso un milione di manifestanti.

SCONTRI IN EGITTO, IN FIAMME LE SEDI DEI FRATELLI MUSULMANI - Si infiamma l’Egitto all’indomani del decreto con cui il presidente egiziano ed ex leader dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, si è attribuito nuovi poteri. Gli uffici del Partito Libertà e Giustizia, l’emanazione politica dei Fratelli Musulmani, sono stati dati alle fiamme nelle città di Suez, Ismailiya e Port Said Mentre al Cairo sono in corso le manifestazioni di sostenitori e oppositori, si registrano scontri in vari punti di Alessandria dove la sede dei Fratelli Musulmani è stata presa d’assalto ed è stato chiuso il transito sul lungomare. La tv egiziana ha confermato il ferimento di alcune persone negli scontri tra le due fazioni. Intanto nella capitale, vicino al ministero dell’Interno, sono state registrati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Scontri nei dintorni di piazza Tahrir: la polizia ha sparato lacrimogeni in un viale di accesso alla piazza. I dimostranti sono almeno 15.000. "Non voglio tenere tutti i poteri per me. Questa è una fase transitoria", fa sapere intanto Morsi, rivolgendosi alla folla di fronte al palazzo presidenziale al Cairo, rivendicando di muoversi nel solco della "legittimità" democratica.

LA CLINTON AVVERTE NETANYHAU - Nel frattempo, durante i suoi colloqui in Israele di questa settimana, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu di non prendere iniziative estreme nei confronti dei palestinesi, in rappresaglia alla loro richiesta all’Onu di riconoscimento come Stato non membro. Secondo quanto si legge sull’apertura dell’edizione online del quotidiano Haaretz, il capo della diplomazia di Washington ha sottolineato che questo tipo di iniziative potrebbero portare al rapido collasso dell’Anp. I palestinesi chiederanno all’Onu il riconoscimento di stato non membro: un voto in Assemblea sarà espresso il 29 novembre prossimo, nonostante i ripetuti appelli all’Anp di parte della comunità internazionale - in primis gli Stati Uniti - a rinviare ogni decisione.

ERDOGAN ANNUNCIA VISITA A SORPRESA A GAZA - Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato che potrebbe recarsi “a sorpresa” a Gaza dopo la tregua annunciata due giorni fa al Cairo tra le fazioni palestinesi e Israele. Lo ha riferito il sito web del quotidiano ‘Today’s Zaman’. “Potrei andare inaspettamente”, ha spiegato Erdogan ai giornalisti sull’aereo che da Islamabad, dove ha partecipato al summit del D-8, lo ha riportato ad Ankara. Il premier turco, ha riportato il giornale, ha quindi precisato di non credere che Hamas violerà i termini della tregua a meno che Israele non riprenda i raid.

Ieri Erdogan ha elogiato il ruolo svolto dall’Egitto nella soluzione della crisi a Gaza. “Ora speriamo che questo cessate il fuoco regga”, ha detto ai giornalisti in Pakistan, definendo come “un attacco all’umanita’” le operazioni israeliane contro la Striscia di Gaza.