Varsavia (Polonia), 29 dicembre 2012 - Se l'obiettivo era la provocazione, ancora una volta l'artista padovano Maurizio Cattelan ha raggiunto il suo scopo. Al centro della nuova polemica c'è la sua opera 'Lui', la statua che raffigura Adolf Hitler mentre prega in ginocchio nel ghetto di Varsavia dove centinaia di ebrei vennero uccisi durante il nazismo o da cui sono partiti per i campi di concentramento.

L'istallazione ha spaccato l'opinione pubblica scatenando indignazione da una parte e lodi dall'altra. In settimana, il Centro Simon Wiesenthal ha criticato la decisione di porre la statua nell’ex ghetto, definendola "una provocazione insensata che insulta la memoria delle vittime ebree del nazismo". Tuttavia sono molti coloro che hanno espresso apprezzamento, sostenendo che la figura di Hitler in ginocchio abbia un forte impatto emotivo che costringe ad affrontare la natura della malvagità umana.

Il rabbino capo della Polonia, Michael Schudrich, ha dichiarato che la statua può avere un valore educativo. Schudrich ha poi aggiunto di essere stato consultato in anticipo su dove mettere la statua e di non essersi opposto perché ha visto nell’opera la volontà dell’artista di sollevare domande morali provocando il pubblico. La raffigurazione è stata piazzata dietro un cancello in legno che si affaccia su Ulica Prozna, ed è visibile da un buco largo pochi centimetri nella porta. I visitatori possono solo vedere il retro dell’opera, con Hitler che prega in un cortile.

A causa delle sue piccole dimensioni, la figura può essere anche scambiata per un bambino indifeso. E l’intenzione dell’opera, spiega il Centro per l’arte contemporanea, che cura l’installazione, è proprio far capire che "ogni criminale un tempo è stato un bambino tenero, innocente e indifeso". Fabio Cavallucci, direttore del Centro, ha poi sottolineato che "da parte dell’artista o del Centro non c’è l’intenzione di insultare la memoria ebraica. Si tratta di un’opera - ha aggiunto - che cerca di parlare della situazione del male che nasconde ovunque".

L’installazione fa parte di una retrospettiva delle opere di Cattelan, intitolata 'Amen', lavoro che intende esplorare la vita, la morte, il bene e il male. Le altre opere della retrospettiva si trovano nel Centro per l’arte contemporanea, che ha sede nel castello Ujazdowski.