Parigi, 13 gennaio 2013 - La Francia impugna le armi e stavolta non scherza. Anche perché ormai non può più permetterselo. Due fronti africani dichiaratamente aperti: guerra contro il montante terrorismo islamico in Mali, e blitz tragicamente fallito in Somalia per liberare un ostaggio da 3 anni e mezzo in mano a ribelli integralisti. Non vuol farsi mancare nulla Francois Hollande: nell'Africa sub-sahariana, da sempre seconda casa di Parigi, il presidente socialista si muove con piglio para-gollista. E mentre sulla stampa si sprecano i paragoni con il predecessore Nicolas Sarkozy dei giorni dell'attacco in Libia, sul campo si contano le prime vittime (militari e civili, anche bambini) e si registrano i primi successi. Ecco cos'è accaduto nelle ultime ore. 

QUI SOMALIA - La Francia è intervenuta per liberare Denis Allex, un agente dei servizi segreti francesi
ostaggio dei ribelli dal luglio 2009.
Hollande ha ricordato stasera che Allex era detenuto ''in condizioni pesantissime da 3 anni e mezzo'' e che la missione speciale ''non ha potuto essere portata a termine nonostante il sacrificio di due soldati e senza dubbio l'assassinio del nostro agente''. Sulla morte di Allex, ucciso dai suoi carcerieri, i vertici francesi non sembrano avere più dubbi, anche se i ribelli islamici sostengono che l'uomo e' ''ferito ma vivo'' e che sarà ''processato entro due giorni''. Gli stessi ribelli
sostengono di tenere prigioniero un soldato francese ferito.
Il blitz dell'esercito e della Dgse (servizi segreti) è scattato giovedì notte a Bulomarer, località in mano agli integralisti shabaab legati ad Al Qaida, 110 km a sud di Mogadiscio. La Difesa ha parlato d'una ''forte resistenza'' e di ''violenti combattimenti''  (costati anche la vita ad almeno 17 jihadisti, oltre che a una testa di cuoio frabncese), al termine dei quali la missione è tuttavia stata dichiarata fallita. ''L'operazione - ha detto però Hollande - conferma la determinazione della Francia a non cedere al ricatto dei terroristi''.

QUI MALI - Dopo le prime 72 ore di combattimenti dell'operazione Serval (in italiano Gattopardo), le perdite sul campo sono già pesantissime. Un centinaio fra soldati e miliziani islamici, numerosi civili inclusi tre bambini, affogati nel Niger dove si erano tuffati per ripararsi dalle bombe. E poi ci sono già i primi caduti militari. Anche francesi. Damien Boiteux era tenente e guidava uno degli elicotteri spediti stanotte a bombardare i gruppi islamici. E' lui la prima vittima francese di 'Serval'  (Gattopardo), l'operazione francese lanciata a norma dell'art. 51 della carta dell'Onu che menziona "il diritto alla legittima difesa, individuale o collettiva, nel caso in cui un membro delle Nazioni Unite sia oggetto di aggressione armata".

INIZIATIVA LAMPO - L'intervento della Francia ha l'obiettivo - come dichiarato ieri pomeriggio da Hollande - di ''preparare il dispiegamento di una forza internazionale africana che consenta al Mali di ritrovare l'integrita' territoriale''. "La Francia - ha sottolineato il presidente al termine dell'ultimo Consiglio di difesa - non ha altri obiettivi che la lotta al terrorismo''. Un terrorismo che da oggi torna a mettere paura ai francesi anche a casa loro, tanto che lo stesso presidente ha dato disposizione al primo ministro Jean-Marc Ayrault di rafforzare il piano Vigipirate di prevenzione, che prevede controlli e dispiegamento di uomini a protezione degli edifici e dei trasporti pubblici. Non a caso già ieri il gruppo fondamentalista Ansar Dine ha minacciato ''conseguenze per tutti i cittadini francesi, ovunque essi siano, nel mondo musulmano''.

BOLLETTINO COMPLETO - A bordo dell'elicottero Gazelle colpito durante il raid, oltre al tenente Boiteaux (centrato mortalmente all'arteria femorale) c'era il suo secondo, che si è salvato. Il velivolo, ancora carico di missili Hot, partito dalla base di Ouagadougou (Burkina Faso), è stato invece perduto. Lo stato maggiore francese ha precisato di aver impiegato oltre agli elicotteri delle forze speciali che hanno fermato le colonne di combattenti jihadisti che arrivano dal nord, quattro aerei Mirage 2000-D partiti dal Ciad. Ognuno ha sganciato due bombe da 250 chili, colpendo in tutto più di una decina di obiettivi attorno a Gunda. Per Edouard Guillaud, capo di stato maggiore, i terroristi in marcia hanno abbandonato Konna (700 km dalla capitale Bamako) dove nella controffensiva delle forze regolari è morto il numero 2 della formazione salafita di Ansar Dine, Abdel Krim, detto Kojak, luogotenente del capo supremo di Ansar Dine in Mali, Iyad Ag Ghaly. Non indifferenti le perdite anche per le forze maliane:11 morti e una sessantina di feriti nel bollettino reso noto dal presidente Dioncounda Traorè.

BILANCIO DEL GIORNO - Oggi aerei francesi hanno bombardato alcune postazioni strategiche dei ribelli islamici nord del Mali, anche a Gao e Léré, vicino al confine con la Mauritania, con 60 morti tra le forze jihadiste. Colpiti alcuni obiettivi sensibili, tra cui un deposito di armi, "non lontano da Douentza e da Nampala", ha riferito una fonte della sicurezza locale. L'avanzata delle truppe islamiche - che nel Nord del Paese hanno imposto la sharia e ricorrono a bambini soldato - è stata così ''bloccata'', ha detto il ministro Laurent Fabius, più ottimista del collega della Difesa, Jean-Yves Le Drian, che stamattina aveva parlato di un'avanzata ''non completamente impedita''. Fabius si è anche rallegrato per l'autorizzazione dell'Algeria al sorvolo del proprio territorio da parte degli aerei francesi. Nella capitale Bamako, dove ci sono da proteggere 6.000 residenti francesi, sono arrivati gendarmi dei corpi speciali GIGN (le teste di cuoio) di rinforzo alle truppe di terra già dispiegate ieri. Gli specialisti, una decina, proteggono l'ambasciatore e i locali diplomatici

PROMESSA INGLESE - L'impegno della Francia in Mali - a sostegno del quale il premier britannico David Cameron ha promesso stasera a Hollande ''assistenza logistico-militare'' e aerei per il trasporto di truppe ed equipaggiamento, anche se non militari in ruoli da combattimento delle forze di Sua Maestà - non finisce qui.

TEMPI OPERAZIONE -  La domanda di tutti è semplice: quanto durerà il conflitto?'. ''Per il tempo necessario'', ha fatto sapere la Difesa. In serata, Hollande, al termine del consiglio di Difesa all'Eliseo: ''L'operazione non è finita, continuerà nei prossimi giorni''. I primi commenti degli esperti parlano di un intervento militare che si annuncia difficile e che non sarà breve. C'e' chi ipotizza ''almeno un anno''. Intanto, secondo Human Rights Watch, almeno 10 civili hanno perso la vita durante i combattimenti di queste ore (tra cui i tre bambini purtroppo affogati).

DIPLOMAZIA IN AZIONE - Mentre l'Egitto frena sull'opzione militare (vedi dichiarazione del presidente Mohamed Morsi, oggi al Cairo, al presidente del Consiglio d'Europa Herman Van Rompuy), sei Paesi dell'area inviano contingenti a sostegno dell'esercito regolare di Bamako e cresce l'attesa per il vertice straordinario dei Paesi dell'area (riuniti sotto la sigla Ecowas), già convocato inizialmente per mercoledì 15, poi per venerdì 17, ad Abidjan, in Costa d'Avorio, cui seguirà un'altra riunione a livello di capi di stato maggiore.

PARLA PRODI - Romano Prodi, inviato speciale dell'Onu per il Sahel, ricostruisce così l'innesco della crisi: ''L'attacco degli islamici dal Nord è stato violento, del tutto inatteso, e il mondo si è unito contro il pericolo terrorista''.  L'ex premier racconta a La Stampa che stava partecipando alle trattative a Bamako quando gli estremisti sono passati all'attacco: ''Il Mali chiedeva l'immediato intervento della comunità internazionale, faceva capire di avere bisogno d'aiuto. Per questo il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito e le forze francesi sono intervenute sulla base di un consenso vasto''. ''Non ho mai visto una coesione internazionale come quella che distingue in queste ore il sostegno all'intervento militare in Mali'', dichiara Prodi. ''Il motivo sta nel fatto che la paura del terrorismo accomuna tutti. Anche quei Paesi, come l'Egitto, tradizionalmente più restii ad approvare interventi in nazioni a maggioranza musulmana, non hanno avuto esitazioni. Come l'Algeria, che ha interessi suoi nella regione del Sahel''. "La Russia - aggiunge - condivide la necessita di non far cadere il Mali in mano a gruppi terroristi, e lo stesso vale per la Cina''. Ok, vero. Ma oggi l'Egitto ha già frenato (vista la crescente presenza salafita nel Paese) e solo nelle prossime ore il nuovo scenario diraderà forse le sue nebbie.