Roma, 16 gennaio 2013 - Sarebbero 41 gli stranieri nelle mani dei terroristi islamici che oggi hanno assaltato un impianto petrolifero della Bp nel sud dell’Algeria. Lo afferma il sito del quotidiano algerino el Watan, che cita fonti della sicurezza, precisando che tra gli ostaggi ci sono "sette americani, due francesi, dei britannici e dei giapponesi". Da Roma, l’unità di crisi della Farnesina è in costante contatto con l’ambasciata italiana ad Algeri per verificare l’eventuale coinvolgimento di connazionali nel caso.

L'ASSALTO - E’ di due morti e sei feriti il bilancio dell’attacco sferrato questa mattina. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale algerina Aps, che cita le autorità locali. Nel mirino dell’attacco è finito un impianto della regione di Tiguentourine, a circa 40 chilometri da In Amenas, gestito dalla "Sonatrach e da altre aziende straniere". Tra i feriti, tutti trasportati all’ospedale di In Amenas, ci sono due agenti della sicurezza e quattro tecnici, due dei quali stranieri. L’Aps continua a non fare alcun riferimento al rapimento di ostaggi durante l’attacco.

"UNA RAPPRESAGLIA  DI AL QAEDA" - L’attacco è un rappresaglia per l’autorizzazione al sorvolo del proprio spazio aereo concessa da Algeri ai jet francesi che da venerdì stanno bombardando i gruppi islamisti in Mali. E' quanto sostiene il gruppo legato ad al Qaeda nel Maghreb Islamico.

IL RICATTO ALLA FRANCIA - Si aggrava la situazione in Algeria dove il governo ha annunciato che non intende negoziare con i "terroristi". Il commando, legato ad al Qaeda nel Maghreb Islamico, ha minacciato di uccidere gli ostaggi nel caso di un blitz delle forze di sicurezza che hanno circondato l’impianto, che, hanno detto, è stato minato. Il gruppo ha chiesto la fine dell’intervento militare francese in Mali, iniziato venerdì scorso, per liberare gli ostaggi. Il gruppo legato ad Al Qaeda ha detto che la salvezza degli ostaggi dipende dalla fine dell’intervento armato francese in Mali.

ESERCITO RESPINTO - Il gruppo vicino ad al Qaeda che si è reso responsabile del sequestro di una quarantina di stranieri nel sito petrolifero vicino a In Amenas, in Algeria, hanno affermato di avere respinto un raid dell’esercito algerino che cercava di entrare nel sito. Lo rende noto l’agenzia mauritana Ani.