Milano, 28 gennaio 2013 - Il governo Monti ha confermato il segreto di Stato sulla vicenda del sequestro dell’imam Abu Omar. L’esecutivo ha confermato la scelta fatta dai governi Prodi e Berlusconi nel corso del processo d’appello in corso a Milano. La difesa di Marco Mancini ha depositato una lettera della presidenza del Consiglio sulla necessità di apporre il segreto di Stato.
 

Nel corso del processo d’appello per la vicenda dell’ex imam egiziano rapito a Milano nel 2003, iniziato oggi, l’avvocato Luca Lauri, uno dei legali dell’ex numero due del Sismi Marco Mancini, ha depositato una lettera indirizzata all’ex agente segreto da parte della Presidenza del consiglio dei ministri, nella quale viene “rilevata la vigenza del segreto di Stato” sulla vicenda, ripercorrendo la scelta compiuta dai governi Prodi e Berlusconi. Nella lettera si spiega che il segreto di Stato è relativo in particolare ai rapporti “tra i servizi di intelligence nazionali e stranieri” e riguarda soprattutto “modalità organizzative” con cui i servizi italiani e quelli di altri Paesi operano. Nella lettera, ricevuta venerdi scorso da Mancini, si sottolinea anche come “l’autorità giudiziaria non può né acquisire, né utilizzare atti coperti da segreto”.
 

 A settembre la Cassazione aveva annullato la sentenza di non diversi procedere per Marco Mancini e l’ex numero uno del Sismi Niccolò Pollari perché aveva ritenuto troppo lunga e quindi illegittima la durata temporale del segreto di Stato apposto sulla vicenda e aveva rinviato i due ex dirigenti dei servizi segreti e altri tre responsabili del Sismi, Ciorra, Di Troia e Gregorio, nuovamente a giudizio in appello. La Cassazione aveva anche condannato in via definitiva 23 agenti della Cia che avevano preso parte all’operazione. Oggi il sostituto procuratore generale De Petris ha chiesto invece ai giudici, proprio sulla base della sentenza della Cassazione, di acquisire agli atti i verbali resi in fase di indagini da Mancini e da altri tre imputati. Richiesta a cui la difesa di Mancini si è opposta.