Roma, 21 marzo 2013 - L’Italia cambia strategia e, con una decisione a sorpresa, decide di autorizzare il ritorno in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri della Marina militare accusati di omicidio dalle autorità indiane in relazione alla morte di due pescatori locali nel febbraio del 2012. I due marò saranno domani a Nuova Delhi, entro il termine previsto del 22 marzo, ultimo giorno di permesso elettorale.

"Vi amo più di me stesso. Per impedire che qualcuno possa dire che l’Italia non mantiene la parola data devo tornare in India’. Solo le parole con le quali Salvatore Girone ha spiegato ai suoi due figli la necessità di tornare in India. Lo ha detto all'Ansa il sindaco di Bari, Michele Emiliano, lasciando casa Girone.

LA LUNGA RIUNIONE - La decisione, annunciata con una nota da Palazzo Chigi, sarebbe maturata nelle ultime 24 ore e, secondo quanto si è appreso da fonti di governo, sarebbe giunta al termine di una serie di riunioni a vari livelli che hanno coinvolto anche funzionari indiani. Nella nota della presidenza del Consiglio si spiega che oggi il premier Mario Monti, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura hanno incontrato i due fucilieri per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane. All’incontro non ha partecipato invece il ministro degli Esteri Giulio Terzi che, secondo indiscrezioni di palazzo, sarebbe rimasto estraneo alle decisioni prese sulla vicenda almeno nell’ultima settimana.

Il titolare della Farnesina ha però preso parte in mattinata a un’apposita riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), presieduta da Monti, assieme ai colleghi Anna Maria Cancellieri, Giampaolo Di Paola, Vittorio Grilli, Paola Severino, Corrado Passera. Al vertice hanno partecipato anche i sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro. Ma una riunione d’emergenza era già stata convocata ieri sera a Chigi, intorno alle 20, ovvero pochi minuti dopo la fine dell’interrogatorio di Salvatore Girone presso la procura militare della Repubblica (presente anche Latorre). Sulla base delle decisioni assunte dal Cisr, il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ottenute, il governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell’interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri hanno aderito a tale valutazione.

Il via libera definitivo al ritorno di Latorre e Girone in India, ovvero le rassicurazioni ottenute sul rispetto dei loro diritti fondamentali, secondo quanto si è appreso, sarebbe arrivato al termine di una lunga riunione che ha avuto luogo oggi in un ufficio dell’ambasciata indiana a Roma. Ai colloqui in questione ha preso parte il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, che più volte nei mesi scorsi si è occupato direttamente della vicenda dei due marò, recandosi in India su impulso del ministro Terzi e ribadendo, talvolta con un vigore ‘poco diplomatico’, le posizioni italiane. Nella riunione all’ambasciata indiana, in particolare, De Mistura ha ottenuto una “dichiarazione scritta sul trattamento dei due militari e, più in generale, sull’intera vicenda”. La decisione di sospendere il ritorno, infatti, era basata sulla mancata risposta degli indiani alla richiesta italiana di “non contemplare la pena capitale”. Rassicurazione, che in ultima istanza, l’Italia avrebbe ottenuto.
Tutto risolto, dunque? Non ancora. Roma resta ferma sulle sue posizioni: Latorre e Girone vanno giudicati in Italia, e il nostro paese chiede un arbitrato.

Intanto, i due marò faranno ritorno a Nuova Delhi, staranno in ambasciata e avranno libertà di movimento. In attesa della creazione del Tribunale speciale indiano, che dovrà decidere sulla giurisdizione del caso, e anche degli sviluppi della duplice indagine italiana. Latorre e Girone, infatti, sono indagati dalla procura di Roma per omicidio volontario e dalla procura militare della Repubblica per “violata consegna aggravata e dispersione di armamento militare”. Il procuratore militare Marco De Paolis - hanno riferito fonti giudiziarie - starebbe ora valutando se trasmettere gli atti, per connessione, alla procura ordinaria di Roma, che indaga per un reato più grave. Il ritorno in India dei due marò, comunque, dovrebbe adesso alleggerire la posizione dell’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, a cui le autorità indiane avevano imposto il divieto di lasciare il paese, revocandogli l’immunità diplomatica.

NAPOLITANO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto una conversazione telefonica con il fuciliere Latorre nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega Salvatore Girone “l’apprezzamento per il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione del governo e ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende con l’augurio di un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni”. Lo rende noto il Quirinale.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI INDIANO E I SITI - La notizia è ‘’un bene per entrambi i Paesi’’. Lo ha dichiarato all’Ansa il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid.

La notizia del rientro in India di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre arriva poco dopo l’una di notte in India e guadagna l’apertura delle principali testate d’informazione online. Roma dice che i due fucilieri “torneranno domani in India per il processo”, titola The Times of India, dopo avere affermato in precedenza che sarebbero rimasti in Italia. Stesso titolo sull’”Hindustan times”: il governo italiano afferma che rimanderà in India i due marò, accusati dell’omicidio di due pescatori indiani. Il caso - ricorda il quotidiano - ha fatto salire la tensione tra Roma e Nuova Delhi. La Corte suprema aveva annunciato che l’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, non poteva altrimenti lasciare il paese. L’emittente Ndtv titola: “L’Italia annuncia che rimanderà i marò in India per il processo”, dopo avere affermato in precedenza che sarebbero rimasti in Italia, una mossa che aveva scatenato l’ira diplomatica.

I FAMILIARI - Chiusi in casa, dopo il fulmine a ciel sereno che li ha lasciati senza parole: tra sorpresa, dolore e paura i familiari dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre che faranno ritorno in India. ‘’Non possiamo e non vogliamo dire niente. E’ una cosa troppo grande’’, si limitano a dire al telefono i familiari di Latorre prima di chiudere la comunicazione dalla loro casa di Taranto. Solo qualche altra parola filtra da casa Latorre dove le luci sono accese nella palazzina a ridosso del centro della citta’: ‘’Come volete che stiamo? Morale zero’’. Situazione simile a Torre a Mare, una ex frazione di Bari, dove al primo piano di una palazzina a pochi passi dal mare c’e’ la famiglia dell’altro maro’, Salvatore Girone: uno dei familiari risponde solo ai cronisti dicendo che ‘’Salvatore non e’ in casa’’. Nell’appartamento al primo piano, dove al balcone è esposto il tricolore con l’effige del battaglione San Marco, proprio come nella casa di Latorre, ci sono la moglie Vania, i due bimbi della coppia ed altri parenti giunti per portare conforto, ma anche per cercare di capire meglio la situazione. La notizia della partenza per l’India dei due militari italiani è stata accolta nelle loro case con timore per la loro sorte, ma per entrambe le famiglie vige la consegna del silenzio e appena si è diffuso il comunicato di Palazzo Chigi immediatamente sono stati chiusi tutti i telefoni. La preoccupazione è soprattutto quella di non sapere cosa accadra’ adesso e soprattutto quali saranno i tempi per la soluzione di una vicenda che oggi appare ancora più intricata.

LE REAZIONI

“E’ una decisione tanto inaspettata quanto grave, che ha il sapore di un tragico ritorno all’Italietta. Così si perde la credibilita’ nazionale e internazionale”. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano, commentando la notizia del ritorno in India dei due maro’. Sulla stessa linea Giorgia Meloni: "La decisione di rimandare in India i due marò rappresenta “la più grande umiliazione diplomatica dalla nascita dello Stato italiano. Propongo di spedire Monti e Terzi in India al posto dei marò”.

“Vergogna: I marò riconsegnati all’India. Ma dove è finito l’orgoglio nazionale? Lancio una proposta al nostro presidente: trasformiamo la manifestazione di sabato per Berlusconi nella giornata contro la malagiustizia che condanna preventivamente gli innocenti. Tutti gli italiani di buona volontà devono scendere in piazza contro questo scempio, contro chi calpesta la Costituzione e infanga la patria”. Lo ha affermato in una dichiarazione la parlamentare Pdl Daniela Santanchè.