New Delhi, 23 marzo 2013 - Le autorità giudiziarie indiane hanno avviato la procedura per la costituzione di un tribunale ad hoc che giudicherà sul caso dei due marò italiani. A riferirlo sono i media indiani, mentre è stata smentita dal ministro della Giustizia la notizia di garanzia riguardo alla sentenza.

Ma il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, insiste: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non rischiano la pena di morte in India perché il governo di New Delhi ha fornito al riguardo una "assicurazione scritta" al governo italiano "di cui ho avuto conferma ieri durante un incontro con il ministro degli Esteri indiano. Ma lui, Salman Khurshid, specifica all'Ansa che ‘’non c’è stato nessun accordo, né ci sono state garanzie’’ nei colloqui fra India e Italia volti a permettere il ritorno dei marò a New Delhi. L’India ha tuttavia fornito all’Italia ‘’chiarimenti’’ frutto del lavoro di esperti in diritto sulla non arrestabilità dei marò al loro ritorno e sulla inapplicabilità della pena di morte. Una vicenda che resta quindi piena di incertezza, e che sta assumendo i contorni di una 'farsa', come ha sostenuto il Capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

IL GIALLO SULLA PENA DI MORTE - Il governo indiano non ha dato al governo italiano ‘’nessuna garanzia’’ sulla sentenza che sarà pronunciata dal tribunale ad hoc istituito dalla Corte suprema di New Delhi sul caso dei due marò italiani. E' ciò che ha sostenuto il ministro della Giustizia indiano, Ashwani Kumar, in un’intervista all’emittente Tv Ibn. “La legge rimane com’è: non cambia nulla per quanto riguarda la legge e il mio intendimento non può cambiarla”.

CAPO DI STATO MAGGIORE: STA DIVENTANDO UNA FARSA  - La vicenda dei marò ‘’sta sempre più assumendo i toni di una farsa’’, ha affermato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, il quale auspica che ‘’si concluda quanto prima’’ e che i due militari italiani ‘’siano al più presto riconsegnati alla giurisdizione italiana’’.

In una nota il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ‘’a nome ed insieme a tutto il personale delle Forze Armate, si stringe affettuosamente ai nostri Fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ammirandone l’esempio, il coraggio, la disciplina e il senso dello Stato’’.

L’ammiraglio Binelli Mantelli si dice ‘’consapevole e condivide la loro sofferenza e soprattutto quella delle loro famiglie che da noi non saranno mai abbandonate, oggi così come dopo la conclusione di questa vicenda’’.

IL TRIBUNALE SPECIALE - Come detto, le autorità giudiziarie indiane hanno avviato la procedura per la costituzione di un tribunale ad hoc che giudicherà sul caso. Lo hanno riferito i media indiani, all’indomani del ritorno a New Delhi di Salvatore Girone e Massililiano Latorre, poche ore prima della scadenza della licenza che gli era stata concessa dalla Corte suprema. Il governatore dello Stato indiano del Kerala, Oommen Chandy, ha chiesto oggi formalmente al primo ministro Manmohan Singh che il tribunale speciale sia costituito a Kollam (in Kerala) e non a New Delhi.

I MEDIA INDIANI: TORNATI PER INTERESSI ECONOMICI - I principali giornali indiani si interrogano oggi sull’inaspettata “inversione a U” del governo italiano nel caso dei due marò, rientrati ieri in India dopo che Roma la scorsa settimana aveva annunciato la sua intenzione di non riconsegnare i due soldati, tornati in Italia lo scorso mese con un permesso temporaneo per le elezioni politiche del 24 febbraio. Cosa ha spinto l’Italia a questa svolta “è ancora un mistero” scrive l’Hindustan Times, ma la ragione più probabile è il timore del governo italiano di subire ripercussioni sul piano commerciale.

“Roma potrebbe aver realizzato che la sua decisione era controproducente”, visto che l’India era pronta a riconsiderare i rapporti bilaterali nel caso di un mancato rientro dei due marò, accusati di aver ucciso due pescatori indiani in una operazione antipirateria. “Un ridimensionamento dei rapporti avrebbe colpito duramente l’Italia”, scrive l’Hindustan Times, e la “prima vittima” sarebbe stata Finmeccanica, peraltro già coinvolta in un caso relativo al presunto pagamento di tangenti per assicurarsi la vendita di 12 elicotteri Agusta Westland al governo indiano.

Anche il Times of India si chiede se il ritorno dei marò non sia stato “influenzato” da valutazioni di ordine commerciale: “Anche se non è chiaro se gli imprenditori italiani abbiano fatto pressioni al governo italiano per rimandare (in India) i marò e a che livello, questi hanno comunque espresso l’auspicio per una soluzione ‘diplomatica’ della crisi”, affinchè nnon siano colpiti gli scambi commerciali, “ancora relativamente piccoli ma in crescita”.